«In Calabria già tiravamo calci al pallone, era l'unico sport possibile per me. Avevo sette, otto, nove anni e quando era inverno, giocavamo davanti alla...
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«Non ho un piano. Lavorerò duro e sarò onesto con voi, mi spaccherò il culo per la Fiorentina e poi vedremo quel che succederà. Quando si parla di un piano, di fare un piano generale, prima devi conoscere bene tutta la squadra. Comunicare ad aggiustare le infrastrutture, guadagnare un pò di tempo. Pensare al centro sportivo, ma tutto questo prende tempo non si può fare in un giorno. E quindi ci fermeremo a riflettere, e vedremo cosa abbiamo raggiunto e organizzato per la prossima stagione. Ecco non posso promettere altro». Commisso sottolinea come la Fiorentina, il cui acquisto considera una rivincita, stia assorbendo gran parte del suo tempo. «Alcuni anni fa avevo tentato di prendere il Milan, poi il Palermo, non voglio chiamarla vendetta, è una parola forte ma la possiamo chiamare rivincita in senso sportivo. Il valore della mia impresa Mediacom in questo momento lo ritengo di 8 miliardi di dollari. Mentre per la Fiorentina, parliamo di circa 150-170 milioni. Quindi l'ho comprata con una piccola percentuale di quello che posseggo, ma sta prendendo il 98% del mio tempo. Ma ho appena iniziato, è tutto nuovo per me, è in Italia, la cultura è diversa, ci credi o no, ho dovuto firmare più carte legali in questa operazione in Italia che avevo firmato in tutta la mia vita. Ma è il sistema italiano».
Il presidente di Mediacom garantisce che per lui la squadra viola non sia solo business. «Io non devo andare in Italia per fare affari, io ho abbastanza soldi.
Il Messaggero