Il migliore in campo è stato Davide Astori… In questa partita surreale il capitano viola è stato presente in ogni istante prima, durante e dopo. Un frullatore...
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Il Benevento ha mostrato tutta la propria umanità nell’interpretare nel modo giusto questa incontro, del resto De Zerbi alla vigilia si era speso in un commento di grande spessore. I tifosi campani, venuti in 1500 a Firenze, hanno accompagnato quelli viola nel ricordo di Davide. In tutto al Franchi sono venuti in 34.381, record stagionale per la Fiorentina, tanti di più rispetto alla sfida con la Juventus del febbraio scorso. I fiorentini volevano esserci, ad ogni costo, per salutare il capitano e sostenere una squadra fortemente minata nel lato psicologico. La risposta è stata stupenda, una sorta di seconda puntata di quanto avevamo visto giovedì scorso in piazza Santa Croce per le esequie di Davide. Il pre partita è cominciato molto presto: fuori dal Franchi all’ingresso principale, nonostante le pessime condizioni meteo, resiste il tazebao del dolore fatto di vessilli, sciarpe, maglie biglietti scritti in prevalenza da bambini. Chi ancora non era riuscito a visitarlo, lo ha fatto prima del fischio di inizio. Al Franchi c’erano tutti, a cominciare dai Della Valle. Diego ha accompagnato al loro posto i fratelli di Davide, Marco e Bruno. C’era il sindaco di Benevento Clemente Mastella, vecchio amico di Diego Della Valle. Presenti anche i vertici arbitrali: tra l’altro il designatore Rizzoli aveva provato in settimana ad affidare questa partita a Rocchi di Firenze, proprio per l’alto valore simbolico della gara, ma le norme lo hanno impedito. Ci piace, però, ricordare il tentativo.
La Fiorentina al completo si è schierata sotto la Fiesole, tutti avevano la maglia numero 13. Quindi è cominciato il riscaldamento. Sotto la Fiesole un lungo striscione: «Ci sono uomini che non muoiono mai… Ci sono storie che verranno tramandate in eterno… Buon viaggio Capitano…». Poco dopo ne sono arrivati altri.
L’ingresso in campo è stato davvero suggestivo e e angosciante: uno stadio in silenzio ha accompagnato le squadre al centro del campo. I bambini avevano le maglie di Fiorentina e Cagliari - la numero 13 è stata ritirata dai due club in settimana - mentre quelli con l’arbitro indossavano la giallorossa del Benevento. Il minuto di raccoglimento è stato osservato ancora in un silenzio assordante… I giocatori e l’arbitro si abbracciavano in mezzo al campo. E’ sembrato un minuto più lungo del solito. Una scena incredibile. Pasqua ha fischiato l’inizio e l’atmosfera si è fatta ancora più pesante con i giocatori che si impegnavano, ma era chiara la loro fatica mentale. Al 13’ del primo tempo Pezzella ha cacciato la palla fuori dal campo, come stabilito dai calciatori in precedenza. A quel punto la Fiesole ha dato vita ad una coreografia semplice, ma di grande impatto: bandierine viola e in campo bianco la scritta “Davide 13”. Sul rettangolo di gioco arbitro e squadre hanno applaudito per tutto il minuto di stop.
La partita che non c’è, così è stata ribattezzata, è andata avanti con alcune chance non finalizzate da Simeone, con un paio di occasioni con Lombardi, e con un Saponara, grande amico di Davide, ispirato come mai quest’anno. Sembrava anche lui guidato dall’alto: Pioli ha fatto bene a dargli fiducia. Per fare questo ha scelto per la prima volta il trequartista con due punte. Nella ripresa il Benevento ha spinto di più anche se la carica agonistica non poteva essere quella di sempre. Coda ha preso un palo e nel finale lo ha preso pure Badelj, sulla respinta Benassi ha sparato alto. Il pubblico ha applaudito l’errore per dare coraggio. Pasqua ha fischiato la fine e i giocatori della Fiorentina sono crollati a terra, stremati, tanto avevano speso in termini di energie mentali. E’ andato in scena il terzo tempo e i viola sono andati sotto al Fiesole. “Davide Astori”, cantavano gli ultrà viola e quel del Benevento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero