Finchè Var: Maresca, Rizzoli e le assenze prolungate

Finchè Var: Maresca, Rizzoli e le assenze prolungate
In un fine settimana nel quale la classe arbitrale non ha dato adito a grosse polemiche (Maresca-Conte a parte) è la tornata elettorale che si sta accendendo intorno al...

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In un fine settimana nel quale la classe arbitrale non ha dato adito a grosse polemiche (Maresca-Conte a parte) è la tornata elettorale che si sta accendendo intorno al rinnovo dei vertici dell’Aia che tiene banco. Dopo le visite (in presenza e on line) dei candidati alle sezioni arbitrali sparse in tutta Italia, è iniziato anche il tam-tam attraverso i social. Con colpi più o meno bassi verso questo o quell’altro candidato. L’ultimo documento messo in rete è quello che riguarda i compensi percepiti dall’attuale presidente Nicchi e relativi alle sue presenze alle gare di A e B come supervisore del Var, anche se in B il var per ora si è solo affacciato. Compensi che hanno già destato polemiche e che continueranno a destarli anche nei prossimi giorni, quando il dibattito elettorale entrerà nella fase finale, che porterà all’assemblea elettiva (in presenza) del 14 febbraio.

Tra i “colpi bassi” vengono inseriti anche i sospetti che si stanno alimentando sull’assenza prolungata di alcuni direttori di gara dalle designazioni di serie A (la B è in sosta). Si tratta di cattivi pensieri, che rendono avvelenato il clima di un’Aia che sempre più manifesta voglia di cambiamento, anche se la figura di Trentalange non rappresenta certo una novità, essendo stato un “compagno di viaggio” di Nicchi per 12 anni. Di certo, le designazioni di Rizzoli ultimamente destano più di qualche perplessità, con direttori di gara “perdonati” con più facilità di altri. Scelte che rischiano di rivelarsi un boomerang, com’è accaduto con Maresca tornato a dirigere l’Inter con uno scivolone finale che lo porterà quasi certamente ad uno stop (almeno un paio di turni).

La frase sfuggitagli al fischio finale sulla capacità di non saper vincere dell’Inter, è una “libertà” che nessun direttore di gara può prendersi, essendo chiamato a valutare i regolari svolgimenti delle partite e non a giudicarne gli esiti finali. Maresca lo ha fatto, sbagliando, e ne pagherà le conseguenze, segnale per lui di una stagione che non lo vede ancora all’altezza del ruolo. Quella del napoletano, sembra essere una storia già vista con altri arbitri (Fabbri e Massa, per esempio) che una volta promossi internazionali non hanno mantenuto le aspettative. Appagamento o sopravvalutazione? Forse un pò entrambe le cose. Le meritocrazia deve tornare ad essere centrale.

 

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Il Messaggero