La Figc stuzzica Conte «Noi schiavi di nessuno»

La Figc stuzzica Conte «Noi schiavi di nessuno»
ROMA Il contratto di Antonio Conte, siamo alle solite. «Non capisco perché se ne debba parlare a così tanto tempo dalla scadenza. Succede solo in Italia. Un mese prima della...

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ROMA Il contratto di Antonio Conte, siamo alle solite. «Non capisco perché se ne debba parlare a così tanto tempo dalla scadenza. Succede solo in Italia. Un mese prima della scadenza tratteremo la questione», parola del presidente della Figc, Carlo Tavecchio da Casa azzurri village, in occasione della presentazione di Italia-Norvegia e di alcune iniziative promozionali/benefiche.

CARLO E CARLETTO
Il ct è più che indeciso, prende tempo: c'è un Europeo da preparare e i soliti problemi con i club di serie A, che i suoi dirigenti non possono risolvere, ma solo limare. E intanto Antonio si guarda intorno, ascolta richieste di club italiani, la Roma su tutte (più Napoli e Milan), e di quelli stranieri, la Premier ad esempio è un suo vecchio obiettivo (Chelsea), più il Psg e il Bayern Monaco per il dopo Guardiola. Tavecchio ribadisce vecchi concetti: «Io e Antonio siamo amici per la pelle. Qualcuno ha scritto che tra noi ci sia gelo e freddezza, ecco, siamo alle false notizie. Abbiamo pranzato e scherzato insieme, siamo diventati amici per la pelle. Il percorso è stato in salita per entrambi e abbiamo messo la nostra posizione personale dietro gli interessi della federazione e del nostro calcio. Noi vogliamo lui, a Antonio abbiamo affidato il progetto della cantera azzurra, se dovesse non essere lui il nostro ct, dobbiamo pensare a una persona dello stesso livello, a un grande leader». Con un “ma”. Conte guadagna come un top manager (4 netti più bonus: 1 milione per la qualificazione, 1 per l'eventuale finale europea, 500 mila per la scalata nel ranking a fine mandato), e l'Italia deve fare i conti con certi problemi economici che non sono presenti solo in Figc (in arrivo altri due main sponsor, Eni e una banca) ma in tutto il Paese. «Il calcio non sta andando verso una stagione di grandi compensi: se non si danno segnali particolari di costi gestionali collegati a bilanci non si salva. La nazionale ha un rapporto fiduciario e oneroso che intende mantenere, non ci son tante alternative. Poi, noi siamo servi di tutti e schiavi di nessuno». Come a dire: se Conte (per Bonucci «il numero uno») resterà bene, altrimenti ce ne faremo una ragione. La situazione è un po' incartata: Conte prende tempo, la Figc vuole sapere prima possibile perché il nome all'altezza di cui parla Tavecchio è Ancelotti e Carlo va convinto entro Natale. Il resto siamo ai vecchi nomi, da Spalletti a Guidolin, passando per Zaccheroni e Montella. Intanto c'è la certezza dell'Europeo. «L'Italia deve partire per vincere tutto, non per arrivare seconda. Contro la Norvegia sarà una partita importante, soprattutto per il ranking». La nota stonata.
LA PROTESTA

La Figc protesta. Tavecchio e Ufa, presidente e dg di Via Allegri. «Faremo di tutto per cambiare le regole, ma in questo momento le carte sono queste. L'argomento verrà trattato nell'assemblea Uefa in programma la prossima settimana. Sia in sede Uefa sia Fifa ci dovrebbe esser un comune denominatore che sono le 4 stelle, non più tenute quasi in considerazione come censo di una grande nazione. Invece adesso si prendono in considerazione gli ultimi due anni». La palla passa alla National Competition dell'Uefa, se avranno voglia di ascoltare e cambiare.
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Il Messaggero