Figc, ecco le norme contro la Superlega: niente iscrizioni e tetto ai trasferimenti

Figc, ecco le norme contro la Superlega: niente iscrizioni e tetto ai trasferimenti
Da questo momento si fa sul serio. Nessuna sanzione ma regole più stringenti per il futuro. Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina non vuole far cadere nel vuoto il...

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Da questo momento si fa sul serio. Nessuna sanzione ma regole più stringenti per il futuro. Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina non vuole far cadere nel vuoto il tentato golpe. «Non si possono punire le idee» aveva sottolineato qualche giorno fa ma intanto lavorava a nuove norme per evitare che certe idee danneggino il sistema. Ecco perché nel Consiglio federale odierno verrà varata una norma secondo la quale non potrà iscriversi al campionato chi non parteciperà alle competizioni europee. Una clausola dunque che permette di escludere i ribelli al via del campionato e non, come prevede l’attuale Statuto, essere sanzionati in corso d’opera dopo un processo sportivo. Ma c’è di più perché Gravina oggi getterà le basi anche per un discorso sui budget. Una sorta di limitazione alle spese sui trasferimenti. Di fatto la sua intenzione e mettere un tetto percentuale in base al fatturato del singolo club. Chi vorrà sforare potrà farlo ma solo con una iniezione immediata di liquidità o presentando garanzie. 


MAROTTA: «CAMBIO DI FORMAT»
Da via Allegri a Roma a via Rosellini a Milano. La lettera degli 11 club di serie A, uniti nel chiedere sanzioni per le tre ribelli (Juventus, Inter e Milan), è arrivata sulla scrivania del presidente Paolo Dal Pino. Soltanto venerdì l’assemblea aveva deciso di non fare causa, ma aveva dato libertà alle singole società che – al contrario – avrebbero voluto farla. Roma, Torino, Bologna, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Spezia, Benevento, Crotone, Cagliari e Parma hanno chiesto di indire un’assemblea straordinaria allo scopo di «analizzare i gravi atti posti in essere dai club e dai loro amministratori e le relative conseguenze». Chiedendo, dunque, delle sanzioni nei confronti dei tre club, ma anche nei confronti dei loro amministratori. Le dimissioni di Beppe Marotta (l’ad dell’Inter ieri ha detto: «Momento tragico per il calcio il forrmat è da cambiare) dalla carica di consigliere Federale e di Paolo Scaroni (Milan) da quella di consigliere di Lega. Secondo le firmatarie i tre rivoltosi «hanno sviluppato e sottoscritto il progetto agendo di nascosto», con un «evidente e grave danno» per tutto il calcio italiano. E in più ci sarebbe un’aggravante: «A oggi, inoltre, le stesse non hanno ancora formalmente comunicato il ritiro dallo stesso progetto, con l’evidenza di un possibile e inaccettabile riavvio». Troppi interessi economici intorno a quel no ai fondi guidato da bianconeri e nerazzurri (i rossoneri votarono sì), poi spiegato dall’adesione alla Superlega che ha fatto infuriare Fifa e Uefa. Resta la mancata firma, sulla lettera, di Napoli, Lazio, Fiorentina, Atalanta, Verona e Udinese. Ma la battaglia non si limita soltanto ai nostri confini nazionali. 
SANZIONI UEFA

L’Uefa è pronta a colpire. In queste ore sta diventando sempre più forte la voce di chi vorrebbe Real Madrid e Juventus fuori dalle prossime competizioni europee. Sarebbe una punizione esemplare. Un monito per il futuro. A spiegare la situazione ci ha pensato ancora una volta il presidente del calcio europeo, Alexsander Ceferin, rilasciando un’intervista al «The Mail». «Ci sono tre gruppi di questi 12. I sei inglesi, che sono usciti per primi, poi Atletico Madrid, Milan, Inter e infine quelli che pensano che la Terra sia piatta e che la Superlega esista ancora. Tutti saranno ritenuti responsabili. In che modo, vedremo». Non solo. L’Uefa è pronta a rivedere le nuove proposte sulla Champions che aumentano i partecipanti da 32 a 36 squadre dal 2024. 

 

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Il Messaggero