Il pallone si sgonfia definitivamente e, per il momento, non rotola più. Anche la Figc, dopo l’addio di Tavecchio, è senza presidente. Come la Lega di A e...
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PERCORSO COLLAUDATO
Non c’è, ovviamente, necessità di un commissario ad acta (l’ultimo, nel 2012, fu Giulio Napolitano, figlio di Giorgio, all’epoca presidente della Repubblica: lo nominò sempre Malagò, per dedicarsi al nuovo statuto della Figc). Ma, trovando la motivazione giuridica (legali al lavoro), di un commissario straordinario, Meglio non farsi prendere dalla fretta. È l’indicazione che viene dal mondo politico. Come accadde nel maggio del 2006, con Guido Rossi, rimasto in carica fino a settembre, lasciando poi il posto a Luca Pancalli prima dell’elezione di Giancarlo Abete nell’aprile del 2007. Quasi un anno di gestione esterna dell’avvocato milanese (scomparso lo scorso 21 agosto), proprio per l’ingovernabilità che, in quel caso determinata da Calciopoli, fu simile all’attuale (questa, per la verità, è un po’ meno grave: nello scandalo di 11 anni fa, rimasero coinvolti dirigenti federali e di grandi club). Il Foro Italico, insomma, si prepara ad intervenire. Non servì, invece, il commissario dopo il fallimento della Nazionale nel mondiale 2014 in Brasile. Il 24 giugno di quell’anno, già nel pomeriggio dell’eliminazione degli azzurri a Natal, Abete lasciò, insieme con il ct Prandelli, dopo il ko fatale contro l’Uruguay. Ma lo stesso presidente dimissionario si occupò della gestione ordinaria della Federcalcio fino all’elezione di Tavecchio ad agosto e quindi meno di due mesi dopo l’addio di Abete. La crisi, quindi, non sarà risolta in poche settimane, come è successo l’ultima volta dopo quel flop di 3 anni e mezzo fa. L’intenzione è di aspettare le elezioni politiche che ci saranno entro la primavera, evitando di indire quelle della Figc che, senza il commissario straordinario, dovrebbero essere fissate da qui a 90 giorni. Meglio attendere, pure per non scegliere un presidente federale magari sgradito al partito che governerà il Paese.
PRIMO STEP
Il commissario plenipotenziario, insomma, uscirà dal Palazzo H e lo ufficializzerà domani Malagò. Che, presa di petto da martedì scorso la crisi di via Allegri, adesso preferisce non essere coinvolto in prima persona: «Ne voglio parlare con gli amici della Giunta. Ma penso di avere un’agenda molto complicata, con un’Olimpiade in arrivo tra novanta giorni. Credo che sia di buonsenso trovare un’altra soluzione». I pieni poteri, comunque, li avrà sempre (e a tempo per ora indeterminato) il Coni, con Fabbricini pronto a restare in carica anche fino alla prossima estate, proprio per dar tempo allo sport italiano di individuare la figura ideale a cui affidare la restaurazione del calcio italiano, rimasto senza mondiale dopo la figuraccia nel playoff contro la Svezia. E di trovare anche il sostituto di Ventura.
IDENTIKIT GIÀ TRACCIATO
Bisognerà, di conseguenza, avere pazienza sia per il nuovo presidente che per il futuro ct. Salgono le quotazioni degli ex Milan: Billy Costacurta per guidare la Figc, Paolo Maldini a capo del Club Italia e Carlo Ancelotti ovviamente in panchina. Il filone rossonero avrebbe un senso. Pure per l’immagine- Ma è ancora presto. Pierluigi Collina, per fare un esempio, resta in corsa per la presidenza federale: il designatore Uefa e capo della commissione arbitri Fifa piace al Coni e al mondo politico. E anche altri ex azzurri, da oggi alle elezioni Figc, torneranno in ballo: Baggio, Buffon e Vialli.
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Il Messaggero