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Tra le prime telefonate che Gabriele Gravina ha ricevuto subito dopo la schiacciante rielezione (73,45% con il 26,25% dello sfidante Cosimo Sibilia) sulla poltrona più alta della Federcalcio c’è stata quella del Ct Roberto Mancini. I destini del presidente della Figc e la Nazionale si sono spesso intrecciati nel corso della storia. Non è un caso che negli anni passati al crollo dell’Italia sia seguito quello del numero uno di via Allegri. Successe ad Abete dopo il Sudafrica e a Tavecchio dopo il fallimento alle qualificazioni Mondiali. La Nazionale targata Gravina che ha ereditato Mancini (scelto durante il commissariamento di Fabbricini), invece, è tornata a splendere riportando anche l’entusiasmo dei tifosi. E poco importa che in passato ci siano state delle frizioni (vedi il caso del dt Lippi) ora conta restate in alto. E possibilmente anche rinnovare il contratto. Intanto c’è un Europeo da giocare dove l’Italia è una delle candidate alla vittoria finale. Proprio per questo una delle prime battaglie del neo rieletto presidente è proprio quella di far sì che venga confermata la formula itinerante del torneo. Tradotto lasciare che Roma ospiti la gara inaugurale oltre le due del girone e un quarto di finale. Una risposta al passo al passo in avanti fatto dall’Inghilterra nei giorni scorsi che si era proposta come organizzatrice unica. Per far questo però bisognerà mettere a segno un punto decisivo: riportare i tifosi allo stadio. Oltremanica sono già avanti, il Premier Boris Johnson ha già fissato la data: 17 maggio. E gli stadi più grandi potranno ospitare fino a 10 mila persone. Ed è proprio una delle sfide più grandi nell’immediato di Gravina che per i prossimi 4 anni reggerà il governo del calcio. Da settimane i colloqui con il Cts si sono intensificati. L’obiettivo, non per l’immediato, più realistico è di tornare a riempire gli stadi per un 25-30%. «Ci sono tutti i presupposti perché il 5 aprile, quando ci vedremo con l’Uefa e le federazioni coinvolte, si possa confermare tutto il programma e considerare la possibilità della presenza dei tifosi» ha rimarcato Gravina. Chiaramente molto dipenderà anche dell’evoluzione dei vaccini.
UEFA E CONI
Non solo giocarlo perché come sollecita il presidente del Coni, Giovanni Malagò, l’Italia dovrebbe puntare ad una candidatura anche per risolvere l’annoso problema degli impianti. «Non solo il grande evento» rilancia Gravina che nella manica ha l’asso di un personaggio vicino allo sport (il procuratore federale Giuseppe Chiné è stato nominato gabinetto al Mef) su cui fare leva per sbloccare questi argomenti nell’ambito istituzionale.
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Il Messaggero