La Fifa crea un fondo per garantire gli stipendi ai calciatori

La Fifa crea un fondo per garantire gli stipendi ai calciatori
Un fondo per sostenere economicamente i calciatori che non ricevono gli stipendi dal proprio club. È quanto hanno deciso la Fifa e la Fifpro, il sindacato mondiale dei...

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Un fondo per sostenere economicamente i calciatori che non ricevono gli stipendi dal proprio club. È quanto hanno deciso la Fifa e la Fifpro, il sindacato mondiale dei giocatori. La Federcalcio mondiale ha stanziato 16 milioni di dollari per il fondo fino al 2022, da suddividere secondo la seguente ripartizione: 3 milioni di dollari nel 2020, 4 milioni di dollari nel 2021 e 4 milioni di dollari nel 2022, più altri 5 milioni di dollari riservati per la protezione retroattiva dei giocatori, ovvero per i salari relativi al periodo compreso tra luglio 2015 e giugno 2020. Numerosi rapporti recenti, incluso il Fifpròs own 2016 Global Employment Report, ovvero il rapporto sull'occupazione globale che descrive le condizioni di lavoro nel calcio professionistico, hanno attestato una certa diffusione di casi che comportano il mancato pagamento degli stipendi dei giocatori in tutto il mondo. «Questo accordo rappresenta il nostro impegno nell'aiutare i calciatori in una situazione difficile -ha detto Gianni Infantino, il presidente della Fifa-. Siamo anche qui per aiutare i più bisognosi, specialmente all'interno della comunità calcistica, e questo inizia con i giocatori, che sono le figure chiave del nostro gioco». «Più di 50 club in 20 paesi hanno chiuso negli ultimi cinque anni, facendo precipitare centinaia di calciatori in incertezza e difficoltà -ha affermato Philippe Piat, numero 1 Fifpro-. Questo fondo fornirà un valido supporto a quei giocatori e alle famiglie più bisognose. Molti di questi club hanno chiuso per evitare di pagare salari in sospeso, riformandosi immediatamente come i cosiddetti nuovi club. La Fifpro si è battuta a lungo contro questa pratica senza scrupoli e ringrazia la Fifa per averla combattuta nel suo Codice Disciplinare».
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Il Messaggero