La piazza, dopo il passaggio di proprietà da James Pallotta a Dan Friedkin (lunedì scorso), si interroga sulla Roma che verrà. Quella che giovedì...
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Non è quello che pensano, però, nella sede di Viale Tolstoj: Guido Fienga, il ceo confermato da Friedkin, è a Roma da venerdì, pronto a gestire questa fase in prima persona. E con Morgan De Sanctis, nominato formalmente ds dopo il licenziamento di Gianluca Petrachi, al suo fianco e comunque operativo a Trigoria in queste ore. Lo vorrebbero Verona e Cremonese, ma ha dato la disponibilità al ceo per questo periodo di transizione. Il settore giovanile è roba sua. E segue diverse situazioni della prima squadra, sempre in sintonia con Fienga e, se serve, confrontandosi con Fonseca. Non c’è, insomma, fretta di scegliere il sostituto di Petrachi.
ALTO PROFILO
Fienga ha ribadito il suo pensiero a Dan (non Ryan) Friedkin nel vertice di mercoledì a Londra: adesso non ha bisogno del ds. Anche perché le operazioni più articolate andranno fatte con la Juve, l’Inter e il Napoli. Sono i top club italiani con i quali ha già lavorato l’estate scorsa e anche a gennaio: feeling con il bianconero Fabio Paratici, braccio di ferro con l’interista Beppe Marotta e altalena con Aurelio De Laurentiis. Ha fatto affari (e non) con questi interlocutori, con cui si confronta quotidianamente. Ballano giocatori di primo piano: Dzeko, Under, Kluivert e Florenzi. Nazionali, per capirsi. Se serve l’ambasciatore per l’estero ecco il manager Giuffrida che ha recentemente agevolato lo sbarco di Pedro e si appresta a trovare la sistemazione ideale (e il prezzo giusto) per Schick. Ovviamente ha promesso a Friedkin che, in cambio dell’attesa, gli proporrà qualche candidato eccellente per riempire il vuoto nell’organigramma societario. Paratici è il top, ma la Juve se lo tiene stretto: il suo contratto, comunque, scade a giugno. Ma senza alcuna certezza, la Roma non può stare più di un anno senza ds. A Fienga piace anche Piero Ausilio che ha rinnovato con l’Inter fino al 30 giugno 2022. La famiglia Zhang, anche se legata al ds, ancora non sa se resterà Conte, contrario a rimanere a Milano con Marotta e Ausilio. Che se si dovesse liberare, avrebbe garantito il posto a Trigoria. Cristiano Giuntoli, invece, è solo spettaore interessato: deve pagare una penale (più di 2 milioni) per lasciare il Napoli che lo blindato fino al 30 giugno del 2024.
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Il Messaggero