Evasione fiscale, maxi sequestro da sei milioni all'ex calciatore Mirko Vucinic

Evasione fiscale, maxi sequestro da sei milioni all'ex calciatore Mirko Vucinic
Maxi sequestro di beni e denaro disposto dalla Procura di Lecce nei confronti dell'ex attaccante del Lecce, il 36enne Mirko Vucinic. Il reato contestato è evasione...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Maxi sequestro di beni e denaro disposto dalla Procura di Lecce nei confronti dell'ex attaccante del Lecce, il 36enne Mirko Vucinic. Il reato contestato è evasione fiscale e sotto sigilli è finito un pacchetto del valore di 5,8 milioni di euro. Il patrimonio del montenegrino - che ha iniziato la carriera da professionista con la maglia giallorossa per poi passare alla Roma, alla Juventus e all'Al-Jazira - è finito al centro di due indagini finanziarie, partite da un fascicolo aperto dall’Agenzia delle Entrate. Il procedimento penale è assegnato al pubblico ministero della Procura di Lecce (dove il calciatore risiede con la famiglia), Massimiliano Carducci, del pool dei magistrati specializzati in reati finanziari. 


Evasione, verso il primo stop al super algoritmo del Fisco
Fisco, arriva la lotteria degli scontrini: multe ai negozianti infedeli. Stretta compensazioni

I controlli sono iniziati lo scorso anno in conseguenza del protocollo sottoscritto da Agenzia delle Entrate e Guardia di finanza che prevede delle verifiche a campione per ricostruire la capacità contributiva di quelle persone che - in astratto - potrebbero non avere versato al Fisco cifre importanti. Come i professionisti dello sport, che spesso hanno ingaggi milionari. La Spagna sembra particolarmente affezionata a questi controlli: a Cristiano Ronaldo è stato chiesto di restituire 14.7 milioni. All’argentino del Psg, Angel Di Maria, 1.3 milioni. A Josè Mourinho 3.3 milioni. In Italia finì nella rete delle verifiche anche il brasiliano Kakà, poi assolto. Ed anche i campioni di motociclismo come Valentino Rossi, Loris Capirossi e Max Biaggi (assolto di recente anche lui).

Il mancato pagamento delle imposte contestato a Mirko Vucinic riguarda gli anni dal 2014 al 2018. I primi tre anni, insomma, in cui ha militato con la maglia dell’Al-Jazira (che acquistò il cartellino per 6,3 milioni di euro) ed il primo anno da ex calciatore. Vucinic non ha condiviso le valutazioni della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle Entrate. E per questo si è affidato ad uno dei più importati studi legali a livello nazionale, lo studio Chiomenti di Roma (con oltre 300 dipendenti): è stata depositata una memoria di 600 pagine che contesta punto per punto l’ipotesi che l’ex calciatore si sia sottratto all’obbligo del versamento delle imposte al Fisco. Ma l’Agenzia delle Entrate, così come la Procura, hanno ritenuto di dover andare avanti ed è quindi stato disposto il sequestro di oggi. 


Per il procedimento penale (che è stato avviato poiché l’ evasione contestata supera i 150mila euro), Vucinic si è affidato all’avvocato Antonio Savoia. Deve difendersi dall’accusa prevista dal decreto legge del 2000 di dichiarazione infedele che recita: «Chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica nelle dichiarazioni annuali elementi attivi inferiori a quelli effettivi e/o elementi passivi fittizi». Nessuna contestazione è stata mossa a Vucinic per gli anni in cui ha militato con la Juventus (agosto 2011-luglio 2014, acquistato per 15 milioni di euro), con la Roma (2006-2008) e con il Lecce (2000-2006) dove arrivò dopo essere stato notato da Pantaleo Corvino nel Sutjeska Niksic.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero