Italvolley, sei splendida: le ragazze di Mazzanti regine d'Europa, Egonu mvp

Italvolley, sei splendida: le ragazze di Mazzanti regine d'Europa, Egonu mvp
Nel grande Risiko dello sport mondiale adesso non è solo l’Inghilterra ad avere la tremarella ogni volta che si trova di fronte l’Italia. I sudditi di Sua...

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Nel grande Risiko dello sport mondiale adesso non è solo l’Inghilterra ad avere la tremarella ogni volta che si trova di fronte l’Italia. I sudditi di Sua Maestà, per amor del cielo, hanno visto il sacro Wembley violato dagli azzurri del calcio. E poi, da quel di Tokyo, hanno dovuto ricevere la notizia della beffa subita dai propri velocisti firmata dalla premiata ditta Jacobs & company. Ma la Serbia tutta qualche psicologo bravo adesso lo starà cercando. Perché dopo l’incredibile finale del preolimpico di basket, con gli azzurri di Meo Sacchetti che zittiscono Belgrado e volano ai Giochi, ieri è arrivato un dolorosissimo (per loro) bis: l’Italvolley femminile – reduce dalle critiche olimpiche – confeziona la partita perfetta e batte le campionesse del mondo: 3-1 (24-26, 25-22, 25-19, 25-11). Dove? Sempre a Belgrado, dove non basta una bolgia di ventimila e passa tifosi per guidare Boskovic e compagne verso il titolo europeo. Quello se lo prende un’Italia da favola che difende, inventa e attacca alla perfezione. Alla quinta finale europea della nostra storia, arriva il terzo titolo. Il bilancio, insomma, è in attivo. Merito anche di questo anno di grazia per lo sport azzurro: dateci una coppa da vincere e da qualche parte spunterà uno splendido solista o un team perfettamente architettato pronto a farlo. 

Italia, prima "medaglia": Egonu portabandiera olimpica. «Sfilerò per ogni atleta del mondo»

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Difficile dire se abbiano fatto più male gli schiaffi in campo ricevuti proprio dalla Serbia o le parole durissime del ct Davide Mazzanti. Che in fondo erano schiaffi mascherati. Fatto sta che la sempreverde teoria educativa del “mazz’ e panell’” ha dato ancora i suoi frutti. E le campionesse che tutto il mondo ci ammira, Paola Egonu in testa, dopo la mezza debacle olimpica si sono ritrovate anche grazie a quella batosta. Erano accreditate per il podio, ma di fronte alla corazzata di Zoran Terzic si sono liquefatte come se avessero giocato fuori dall’Arieka Arena, nel mezzo del caldo asfissiante di Tokyo. Dura era stata la reprimenda di Mazzanti: «troppi social, le ragazze devono staccarsi perché quando la melma arriva, arriva». E le ragazze, che tante volte sono state esaltate dal proprio ct, hanno reagito da campionesse e nella melma ci hanno trascinato, alla fine, le fortissime giocatrici serbe, fresche tra l’altro di bronzo olimpico. Pur senza snaturarsi - per dire: mica la Egonu ci ha rinunciato ai social, sarebbe stata in fondo un’ammissione di colpa - le ragazze si sono trasformate. Hanno spazzato vie le insicurezze giapponesi e hanno prodotto una partita da manuale dove, non ce ne voglia Paola (che pure ha segnato 29 punti e si è portata a casa il titolo di Mvp), il tratto distintivo è stato proprio il non cercare ossessivamente la nostra fortissima opposta.

L’Italia ha giocato di squadra e di squadra ha vinto. Trascinata dalla traboccante energia della capitana Miriam Sylla (20 punti), presente in ogni parte del campo. Sembrava avessero aperto un suo franchising, a un certo punto. Ma giocare alla Stark Arena probabilmente l’ha aiutata a trasformarsi in una specie di Avengers, un’Iron Woman del volley mondiale. Ma strepitosa è stata Anna Danesi, determinante a muro e in battuta. Bravissime le due registe Alessia Orro e Lia Malinov, alternate da Mazzanti. Sempre precisa Elena Pietrini, figlia del Volleyrò della pallavolo capitolina che ora si impone a livello internazionale. E poi, certo, c’era anche Paola Egonu. Che dopo un avvio incerto è salita in cattedra: non dominante come al solito ma, alla distanza, più incisiva della sua nemesi, quel fenomeno di Tijana Boskovic che, ieri, per una volta, non abbiamo visto con il sorriso di chi trionfa. Quello ce lo avevamo noi. Insieme a qualche lacrima. Per cortesia: qualcuno faccia qualcosa per non far finire questo 2021. 

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Il Messaggero