Icardi boom-boom. Doppietta per l’argentino che sale a quota 6 gol in 5 gare, Empoli steso, Inter terza in campionato a 10 punti con Chievo e Roma. I conti tornano per i...
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De Boer ha vinto la terza partita consecutiva in campionato. Era dal 9 aprile (vittoria 0-1 a Frosinone) che la difesa interista non chiudeva in trasferta senza gol subiti. Anche questo è un segnale. La luce dell’Inter è cambiata, non tutti problemi sono risolti, ma certamente attraverso successi come questi crescono le certezze. De Boer sembra aver dato maggiore equilibrio, il centrocampo di quantità e classe garantisce una serenità alla difesa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. Al Castellani non c’è stata partita: l’Inter prima ha disintegrato gli avversari, poi ha controllato il mach con un filo di gas. Prima convocazione per Gabigol seduto in panchina.
L’Inter è partita come una fiammata. Voleva incendiare l’Empoli, ci è riuscita. Due traccianti di Icardi hanno subito indirizzato la partita su quel terreno cercato da Van De Boer. Squadra corta, disposta sul 4-3-3 con Candreva e Perisic sui lati ad allargare la difesa toscana. L’esterno di destra ha fabbricato l’assist per la testa di Icardi, vantaggio nerazzurro. Un errore in mezzo al campo di Buchel ha spianato la strada a Joao Mario, gran signore in quella zona: il portoghese dritto per dritto ha spedito al raddoppio il suo capitano.
L’Inter con Icardi e D’Ambrosio avrebbe potuto segnare ancora, ma è stato bravo Skorupski. L’unico errore dell’Inter è stato, poco prima dell’intervallo, rilassarsi per un istante, favorendo così due conclusioni di Di Marco che hanno costretto a Handanovic ad altrettante parate in corner. Sono stati gli unici squilli toscani.
Nella ripresa i nerazzurri hanno lasciato un po’ di possesso palla all’Empoli, limitandosi a controllare pronti poi a riallungarsi in contropiede. Il ritmo è calato. Non ci sono state occasioni, è finita così. Inter lanciata in alto ed Empoli a riflettere, soprattutto sul fatto che la sua salvezza non passa dalla sfide contro Icardi.
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Il Messaggero