dal nostro inviato TORINO «Ora tutta la mia famiglia guarda le partite con la maglia azzurra». Solo adesso, dopo il suo primo gol, nella notte del debutto contro la Bulgaria....
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SINCERITÀ CANAGLIA
«Il gol è dedicato a chi non mi voleva qui». La frase gli è uscita di getto. Anche se in precedenza ha provato a portare «rispetto» per il totem blucerchiato Mancini che ne ha contestato la convocazione. Lui, al Diario Caterinense, ha definito «un'idiozia» la presa di posizione del tecnico nerazzurro. Conte e la Figc gli hanno rimproverato l'intervista non autorizzata. «Non volevo attaccare nessuno, accetto le opinioni di tutti» ha chiarito poi. Eppure, con il quotidiano del suo Stato di Santa Caterina, è sembrato trasparente: «Certi pregiudizi esistono solo in Italia». Passo e chiudo: «Insomma, la polemica non ha senso, tanto ci saranno sempre le due fazioni, quella che vuole gli oriundi e l'altra contraria». Di sicuro ringrazia il bisnonno Battista Righetto, nato a Nove in provincia di Treviso, e ancor di più il cugino che era riuscito a risalire all'antenato: Eder, da dieci stagioni in Italia (Corvino lo piazzò, a 19 anni, all'Empoli), andò di persona a cercare il documento che mancava. «Sono stato proprio fortunato». Anche a trovar posto nell'elenco di Conte. Perché, ha raccontato, chi esce giovane dal Brasile difficilmente viene preso in considerazione dalla Seleçao: «Solo ora si accorgono dei ragazzi dello Shakthar e di Felipe Anderson».
POSTO DA DIFENDERE
«Sono felice di far parte della nazionale da Italia». Parla spigliato la nostra lingua, con un minimo di cantilena portoghese. «Voglio bene a questo paese che mi ha fatto crescere». E' più o meno quello che ha scritto, via sms ieri all'alba, all'amico Schizzetto, il magazziniere del Frosinone che lo accompagnava a mangiare il pesce a Terracina o a messa la domenica mattina. «Mi avete fatto diventare uomo». A Sofia non ha esultato con gli indici puntati al cielo. E' rimasto sulla terra, per festeggiare con Conte. Eder, come il ct, con quel destro a giro ha fatto 13. Tanti sono i suoi gol stagionali (9 in campionato, 3 in Coppa Italia e 1 in Nazionale). Per calciare, si è ferito al piede: colpa dei tacchetti avversari, ha provato a dribblare le interviste di fine match. Lo hanno convinto. «So che dovrò dare il massimo per restare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero