Ha rischiato di essere esonerato più volte lui di un qualsiasi allenatore di Zamparini o di Preziosi. Anche quando non aveva senso neppure pensarlo. Ha resistito soltanto...
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I RINFORZI
Poi, con gli arrivi di Paqueta e Piatek qualcosa è cambiato. Il centravanti polacco pare avviato a una carriera da top player. E’ stato paragonato, anche da Maldini, a Shevchenko: in realtà, rispetto al fuoriclasse ucraino, sembra più centravanti puro, magari un po’ meno veloce, ma più potente e con il fiuto del gol dei grandi bomber. Per paragonarlo a quel tipo di attaccanti, alla sua età, cioè a 23 anni, Lewandowski nelle prime 24 giornate di campionato realizzò 16 gol, Suarez soltanto 8, lui è già a quota 17. Paqueta è un centrocampista interessante: per caratteristiche sembra più spagnolo che brasiliano, con grande senso del gioco. I suoi scambi di posizione con Calhanoglu spiccano fra le idee forza di Gattuso, allenatore che, ancora, qualcuno a torto confonde con un semplice motivatore. E’ pure un bravo psicologo Gattuso. Ha saputo difendere e stimolare Calhanoglu, finito nel mirino dei tifosi. Non ha drammatizzato l’emergenza infermeria, riuscendo a ottenere il massimo anche da giocatori utilizzati per necessità fuori ruolo, come Abate difensore centrale. Ha reinventato Bakayoko, una forza della natura, centrocampista centrale, dopo il ko di Biglia. Bravo lui, generosa la società, unica fra le contendenti Champions a spendere nel mercato di gennaio. 75 milioni mal contati. Nonostante le punizioni non scontate e le ristrettezze che il Financial Fair Play avrebbe dovuto imporre. Avrebbe dovuto. Ma stranamente non ha. Perché? Ah, saperlo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero