Dzeko, l'Inter torna alla carica, ma la Roma fa muro e pensa al terzino

Dzeko, l'Inter torna alla carica, ma la Roma fa muro e pensa al terzino
Più che un obiettivo, sembra diventata un’ossessione. Di mercato, s’intende. Fatto sta che l’uomo individuato da Conte per lanciare l’assalto allo...

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Più che un obiettivo, sembra diventata un’ossessione. Di mercato, s’intende. Fatto sta che l’uomo individuato da Conte per lanciare l’assalto allo scudetto è il solito: Dzeko. È la richiesta (reiterata) dell’ex ct a Marotta per la sessione di gennaio. L’unico calciatore, secondo l’allenatore dell’Inter, capace di sopperire ad una eventuale assenza di Lukaku e allo stesso tempo idoneo a giocarci insieme, esaltandone ancor di più le caratteristiche.

Sin qui, si potrebbe obiettare, nulla di nuovo. Se non che 4-5 giorni fa è andata in scena un conference-call alla quale hanno partecipato, tra gli altri, l’ad nerazzurro, il vice di Ausilio (Baccin) e quello che, ancora per poco, sarà il referente italiano del centravanti (Martina). Il mandato infatti con il procuratore Redzepagic (di cui Martina è il volto in Italia) è in scadenza e a breve Edin cambierà manager (Lucci). Una sorta di gentleman’s agreement nei confronti dello storico agente per un futuro assalto che cova sotto la cenere. Marotta ha infatti spiegato che prima di provare ad accontentare Conte, deve alleggerire i conti. Sistemato Nainggolan, accasatosi al Cagliari in prestito, ora tocca a Eriksen (e occhio a Perisic). Soltanto una volta piazzato il danese (si sta lavorando con il Valencia), ci sarà spazio per pensare a Dzeko. Un mese fa, una richiesta del genere da parte di Conte, la proprietà cinese non l’avrebbe presa in considerazione. Le sette vittorie consecutive in campionato, il secondo posto ad un punto dal Milan, la crisi di Pirlo e il ritardo del Napoli, hanno convinto il club nerazzurro come questa sia la stagione buona per porre fine all’egemonia della Juventus. 

PASTORE IN GRUPPO

E Dzeko è l’uomo per lo scacco matto alla Signora. Questo è un piatto della bilancia. L’altro è rappresentato dalla Roma. Che al momento vive il terzo posto in classifica con assoluta tranquillità e, aspettando l’arrivo di Tiago Pinto, immagina una sessione di mercato il meno convulsa possibile. Un attaccante da aggiungere alla rosa (El Shaarawy o Bernard), probabilmente un terzino destro (Soppy, Montiel) e rimandare i discorsi più importanti a fine anno. Tra questi, oltre alla ricerca di un portiere, c’è anche quello del centravanti. Perché il fatto che Dzeko compierà 35 anni il prossimo 17 marzo è un dato che non può essere sottovalutato. Come quello legato ad un contratto, in scadenza nel 2022, che pesa per 7,5 milioni netti. Numeri sui quali ragionare. E scelte da prendere: anticipare l’inevitabile ricambio generazionale di fine stagione a gennaio oppure aspettar di capire se la squadra taglierà il traguardo della Champions e poi agire di conseguenza? La palla passa ai Friedkin e di conseguenza a Pinto. La Roma - pur avendo provato a cedere Edin più volte - difficilmente può sopperire all’assenza del bosniaco, soprattutto ora che è salita sul podio. Tra l’altro per prendere in considerazione una proposta, a Fonseca (che ieri ha riabbracciato Pastore in gruppo) servirebbe un sostituto. Che al momento non c’è. Perché Milik è in contatto con l’Atletico Madrid e chiede cifre per i suoi intermediari (leggi commissioni) che il nuovo corso giallorosso ha in mente di tagliare drasticamente. Vlahovic, invece, è un obiettivo ma per giugno. Come Scamacca.

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Il Messaggero