Dzeko, il bomber “ceduto” ha perso sorriso e gol

foto Mancini
Non parliamo di crisi, non è proprio il caso. Ma per uno come Edin Dzeko non è certo normale cominciare il campionato senza nemmeno un gol nella borsa dopo due...

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Non parliamo di crisi, non è proprio il caso. Ma per uno come Edin Dzeko non è certo normale cominciare il campionato senza nemmeno un gol nella borsa dopo due partite giocate. Non era mai successo in questi anni romani, dal 2015 ad oggi, nei suoi sei inizi di campionato. Nel primo anno, Edin fa gol alla seconda di campionato, poi resta a digiuno per sette partite; nel secondo, 2016-2017, segna alla prima e alla terza gara, poi doppietta alla quinta. L’anno migliore il 2017-2018: una rete dopo due partite e sette in totale nelle prime sei giocate. Stagione 2018-2019, rete all’esordio, poi cinque a secco. Bene nella passata stagione, dopo aver respirato l’aria di partenza (Inter) : una rete all’esordio del campionato, poi quattro nelle prime sei. Dzeko ha rischiato di andare via per ben quattro volte da quando è arrivato a Roma: una dopo la prima stagione, un’altra lo scorso anno e questa estate, in più nel gennaio del 2018. Solo in una, la prima, era per motivi suoi, dopo il “fallimento” della prima stagione. Nelle altre per colpa del suo ingaggio (sette milioni), diventato pesante. Quest’anno si era convinto di dover andare via sul serio e la Juve era una destinazione gradita. Ed è forse per questo che il suo campionato non è ancora cominciato. Al di là dello “0” nella casella dei gol segnati, Edin si porta dietro due/tre reti clamorose fallite (2 Juventus e 1 Udinese). 


Udinese-Roma, pagelle: Pedro, gol da favola. Veretout canta e porta la croce. Lasagna, qualche guizzo nel vuoto

LE COLPE

Il dibattito è aperto, su Dzeko si presta da sempre: era maglio fosse andato via? Il bosniaco ha gli occhi puntati addosso, ovvio. L’estate appena finita lo ha provato, ha perso l’ultima occasione per provare a vincere altrove, ma allo stesso tempo è rimasto nella città che ama profondamente. Ha sbagliato qualche rete, succede, ma il bosniaco ha la necessità di riprendersi velocemente, poi a gennaio si vedrà (l’ingaggio pesava prima e peserà dopo). 1) La squadra ha bisogno di lui, della sua leadership, dei suoi gol (106 totali, in giallorosso, non 2, 3 o 5). 2) Alle spalle ha un giovane rampante, Borja Mayoral, che non è un fine bomber ma ha voglia di emergere senza dover fare il secondo fisso a nessuno. E se tornasse El Shaarawy? Con il Faraone si era trovato bene. Ma il suo blocco non dipende da questioni tattiche, facilmente risolvibili, ma dalla testa. E si sa la testa muove tutto, il sole e le altre stelle.
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Il Messaggero