Qui c'è qualcosa che non quadra più. Anzi, visto che ci sono di mezzo soldi, tanti soldi, forse quadra alla perfezione. Allora: andiamo su internet e digitiamo il sito...
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LOTTA DI POTERE
Lucas e Mendes (la sua società è la portoghese GestiFute), un tempo sodali per la pelle, oggi - dicono - si detestano e si fanno la guerra, ma devono guardarsi le spalle dalla Mondial Sport Management & Consulting Sarl di Constantin Dumitrascu, che ha scelto di vivere lontano dalle luci dei riflettori a Francoforte: secondo un recente studio dell'agenzia brasiliana Pluri Consultoria, il valore di mercato dei calciatori di Dumitrascu (Edinson Cavani, per dirne uno) si aggira intorno ai 760 milioni, mentre Mendes di ferma a 604. Al di là dei numeri, la realtà dice che il calcio mondiale ormai è nelle mani dei privati, non più dei club. Ecco perché la Fifa, a partire dal 1 maggio scorso, ha deciso di combattere con ogni mezzo società come Doyen, GestiFute o Mondial (art. 18 bis e ter del Regolamento Fifa per lo status ed il trasferimento dei calciatori), e la cosa non è piaciuta ad un sacco di operatori di mercato, convinti che tutto questo penalizzi i club più poveri. In realtà, temono che possano girare meno soldi. I dubbi che accompagnano la legittimità dei Fondi nel calcio (che quasi sempre hanno sedi in paradisi fiscali, con complicata ricostruzione di movimenti di soldi e di personaggi) sono molti e di ogni genere, sia economici che morali, ma da una ricerca del Cies (Centre International d'Etude du Sport) si evince che nel 2013 i trasferimenti con TPO hanno generato nel mondo 359,52 milioni di dollari, cioè il 9,68% del totale. E secondo un rapporto della Kpmg per conto dell'European club association (Eca), in Europa gli investitori privati possiedono partecipazioni in 1.100 calciatori per un valore di 1,1 miliardi di euro, il 5,7% dei trasferimenti continentali. Il calcio va a fondo, ma conviene a tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero