Nuova delusione per il marciatore altoatesino Alex Schwazer, che però non intende indietreggiare e continua la sua battaglia legale e gli allenamenti. Il Tribunale federale...
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Secondo i giudici elvetici non è stata dimostrata, con la richiesta di sospensiva avanzata da Schwazer, la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica dell'agosto 2016, la seconda nella carriera del marciatore di Racines, che nel 2012 aveva ammesso l'uso di epo poco prima dei giochi di Londra. Ma la squalifica ad 8 anni arrivata alla vigilia delle Olimpiadi di Rio dal Tribunale arbitrale dello sport dopo un controllo a sorpresa della Iaaf, Schwazer non l'ha mai digerita, respingendo le accuse di doping e passando al contrattacco sul piano legale. Come in tribunale a Bolzano, dove si cerca di capire se l'atleta si sia realmente dopato di sua volontà o se qualcuno l'abbia, invece, incastrato. E proprio sulla scorta dei dubbi sollevati dal Gip bolzanino Schwazer aveva deciso di rivolgersi al Tribunale di Losanna. E dove il marciatore tornerà, dopo questa nuova battuta d'arresto, con nuovi elementi. Sulla decisione del Tribunale federale è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Dal primo giorno ho sempre evitato di fare commenti su questa storia per ovvi motivi. Ho un ruolo istituzionale. E' una vicenda che deve far molto riflettere, in tutti i sensi».
Sono stati assolti in corte d'appello a Bolzano i medici della Federazione Italiana di Atletica Leggera Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischetto, accusati di favoreggiamento nell'ambito di un filone del caso doping Alex Schwazer. In primo grado i due erano stati invece condannati a due anni ciascuno. Anche l'ex dirigente del settore tecnico della Fidal, Rita Bottiglieri, condannata in primo grado a 9 mesi, è stata assolta, come chiesto anche dall'accusa di secondo grado.
Il Messaggero