Doping, il Coni convoca Carolina Kostner per complicità sul caso Schwazer

Doping, il Coni convoca Carolina Kostner per complicità sul caso Schwazer
ROMA La storia era nota da tempo come da tempo si sapeva di qualche incontro insieme ad Alex Schwazer con il dottor Michele Ferrari. Parliamo di Carolina Kostner, ex fidanzata...

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ROMA La storia era nota da tempo come da tempo si sapeva di qualche incontro insieme ad Alex Schwazer con il dottor Michele Ferrari. Parliamo di Carolina Kostner, ex fidanzata del marciatore azzurro squalificato per doping, che la Procura antidoping del Coni ha convocato per venerdì alle 13. La pattinatrice gardense, che si è da poco ritirata dall'attività agonistica, ha raccontato al magistrato di Bolzano che conduce l'inchiesta sul doping di Schwazer, un'inchiesta che vorrebbe coinvolgere molto di più del marciatore scoperto alla vigilia dei Giochi di Londra 2012, di alcune pratiche cui si sottoponeva Alex. Ha parlato, Carolina, dell'utilizzo della tenda ipossica che in Italia è vietata pur non essendo doping. Questa tenda permette di simulare l'altura e Schwazer la avrebbe acquistata nel febbraio del 2008. Lo stesso Alex avrebbe ammesso l'utilizzo in occasione di qualche controllo antidoping all'estero dove però la tenda è ammessa.




C'è poi un passaggio ancora più pericoloso (e riportato dal Messaggero lo scorso 30 gennaio) sul controllo effettuato a fine luglio 2012, alla vigilia della partenza per Londra. Quel giorno Alex era a Oberstdorf, in Germania, a casa della Kostner che ha negato, su richiesta di Alex, la sua presenza agli ispettori. Subito dopo il marciatore è partito per andare a Racines dove la sera stessa è stato controllato. In questo modo il marciatore ha guadagnato diverse ore per smaltire la presenza dell'Epo, puntualmente scoperto dal test. Adesso Carolina dovrà rispondere di complicità e la sua posizione è particolare essendo lei atleta internazionale e anche militare (è tesserata per le Fiamme Azzurre). Va ricordato che pochi mesi fa la fidanzata di Devis Licciardi, mezzofondista dell'Aeronautica scoperto all'antidoping con un pene finto contente urina “pulita”, è stata inibita per tre anni e mezzo pur non essendo tesserata.



La Procura di Bolzano ha intanto chiuso le indagini: ci sono 8400 pagine tra interrogatori e conclusioni. I magistrati cercano, attraverso questo caso, di dimostrare un sistema-doping e eventuali coperture di cui qualcuno avrebbe goduto. Nella vicenda Schwazer sono finiti i medici della Federatletica, Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella, e l'ex responsabile del settore tecnico e sanitario della stessa Fidal, Rita Bottiglieri. Il dottor Fischetto, esperto internazionale della Federatletica mondiale per i passaporti biologici, è stato il primo ad avere avuto dubbi su Schwazer e ha cercato di smascherare l'atleta attraverso il passaporto forzando la Iaaf a fare in fretta. Adesso, secondo i giudici, sarebbe stato un complice. Un lavoro enorme, e c'è da credere che nel mirino non ci sia solo Schwazer, un atleta che nel frattempo è stato squalificato fino a gennaio 2016. Il caso ha certamente un bersaglio più importante.



IL SISTEMA ADAMS


Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha lavorato a lungo per mettere a punto un sistema più efficiente sui controlli. Ieri il garante sulla privacy ha dato parere favorevole all'accesso al sistema Adams della Wada. Una svolta, perché in questo modo il Coni potrà controllare gli spostamenti degli atleti che sono tenuti a comunicarlo quotidianamente attraverso il sistema Adams. È un grande successo perché in questo modo il Coni può avere ogni informazione sulla reperibilità degli atleti (i whereabouts) che devono comunicare ogni spostamento per poter essere sottoposti ai test a sorpresa. Attraverso Adams, il Coni potrà accedere ai dati dell'atleta e quindi avrà la possibilità di attuare il passaporto biologico dello stesso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero