Diritti tv, presidente del Psg indagato per corruzione

Diritti tv, presidente del Psg indagato per corruzione
La magistratura svizzera ha aperto un'indagine nei confronti di Nasser Al-Khelaifi, presidente qatariota del Paris Saint-Germain, con l'accusa di corruzione...

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La magistratura svizzera ha aperto un'indagine nei confronti di Nasser Al-Khelaifi, presidente qatariota del Paris Saint-Germain, con l'accusa di corruzione nell'ambito della compravendita dei diritti tv dei campionati del mondo di calcio. Oltre ad Al-Khelaifi è indagato anche l'ex segretario generale della Fifa Jerome Valcke.


«Sospettiamo che Valcke abbia accettato vantaggi indebiti da Al-Khelaifi in relazione all'assegnazione dei diritti tv per alcuni paesi delle edizioni della Coppa del Mondo FIFA 2026 e 2030», ha spiegato la procura generale elvetica in una nota dove ha aggiunto di aver collaborato con le autorità di Francia, Grecia, Italia e Spagna che hanno effettuato diverse persecuzioni.

Secondo quanto fanno sapere le autorità svizzere, Al-Khelaifi e Valcke sono accusati di corruzione di privati, truffa, amministrazione infedele e falsità in documenti. Secondo l'accusa Al Khelaifi, nel suo ruolo di presidente e amministratore delegato dell'emittente qatariota beIN Sports, avrebbe pagato tangenti per condizionare l'esito delle aste con la complicità di Valcke. Rappresentanti del pubblico ministero della confederazione hanno interrogato oggi stesso Valcke in Svizzera in qualità d'imputato nell'ambito di un altro procedimento avviato lo scorso marzo e che vede l'ex segretario generale della Fifa accusato di amministrazione infedele. In collaborazione con le autorità di Francia, Grecia, Italia e Spagna, in luoghi diversi sono state inoltre eseguite perquisizioni domiciliari. A oggi le autorità elvetiche rendono noto di avere ricevuto 180 comunicazioni per sospetto riciclaggio di denaro in relazione alla vasta inchiesta condotta nell'ambito del calcio. Nel quadro della stessa, il pubblico ministero della confederazione conduce circa 25 procedimenti penali.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero