La sede della Lega calcio e quelle di alcune società di serie A e B sono state perquisite venerdì scorso dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta della...
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I reati ipotizzati sarebbero quelli di turbativa d'asta, turbata libertà degli incanti e ostacolo all'attività degli organi di vigilanza. Le fiamme gialle hanno acquisito documenti utili all'inchiesta.
La Procura di Milano sta indagando su presunti costi gonfiati nell'acquisto dei diritti tv del calcio.
«Il Genoa è una delle squadre le cui sedi sono state perquisite venerdì scorso: ma siamo tranquillissimi, i soldi che servivano al nostro bilancio li ha messi l'azionista di riferimento, cioè io», commenta Enrico Preziosi, numero uno del club ligure. «Il conto è tracciabile - prosegue Preziosi parlando con l'agenzia Ansa - sono state fatte tutte operazioni semplici e chiare, ove servisse saremmo pronti a dare qualsiasi chiarimento a qualsivoglia autorità competente». Il presidente rossoblù conclude: «Questo è un Paese davvero strano. Uno si sveglia e tira fuori un teorema e tutti quanti gli vanno dietro. Ma io non ho problemi, è tutto chiaro e la Covisoc della Federcalcio prima di tutti lo sa».
L'Antitrust già nel maggio scorso si era presentata in Lega Calcio con un decreto di sequestro per acquisire le carte per l'assegnazione dei diritti per le stagioni di Serie A del triennio 2015-2018. L'ipotesi al centro degli accertamenti, che sarebbero poi confluiti nell'inchiesta milanese, è che i grandi club avessero creato un 'cartellò occulto per garantirsi la parte più rilevante dei diritti.
Nel filone d'indagine, tra l'altro, sarebbero stati raccolti successivamente anche gli sviluppi dell'inchiesta sul barone Filippo Dollfus de Volkesberg, che è stato arrestato in Svizzera nel maggio scorso con l'accusa di aver gestito una vera e propria «holding del riciclaggio» con conti correnti cifrati per imprenditori italiani di primo piano e per soggetti che volevano nascondere soldi, anche frutto di corruzione.
Due tranche di indagine, quella sui diritti tv e quella sul barone, che sarebbero collegate, anche se al momento gli inquirenti mantengono il riserbo spiegando che si è in piena fase investigativa.
«Il conto è tracciabile - prosegue Preziosi -, sono state fatte tutte operazioni semplici e chiare, ove servisse saremmo pronti a dare qualsiasi chiarimento a qualsivoglia autorità competente». Il presidente rossoblù conclude: «Questo è un Paese davvero strano. Uno si sveglia e tira fuori un teorema e tutti quanti gli vanno dietro. Ma io non ho problemi, è tutto chiaro e la Covisoc della Federcalcio prima di tutti lo sa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero