I dilettanti e l'emergenza Lupi: «Io devo lavorare, mai stato tanto tempo così fermo»

foto TOPINI
Niente partite, niente allenamenti ma senza restare chiuso in casa. Marco Lupi, trent’anni, attaccante del Real Monterotondo Scalo, squadra seconda in classifica nel girone...

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Niente partite, niente allenamenti ma senza restare chiuso in casa. Marco Lupi, trent’anni, attaccante del Real Monterotondo Scalo, squadra seconda in classifica nel girone A dell’Eccellenza, sicuramente una delle “rivelazioni” della stagione, vive l’emergenza Coronavirus come tanti lavoratori che devono continuare a prestare servizio. «Sì, continuo ad andare a lavoro, in quanto come vigilante all’interno di un ipermercato di un centro commerciale non posso stare a casa al sicuro», rivela l’attaccante, capace di segnare 18 reti nel girone A. Solo dopo le ore lavorative, Lupi può pensare anche al calcio. «Quando rientro e nei giorni in cui sono di riposo cerco comunquen di allenarmi in casa come posso. Cerco di mantenere una buona condizione e passare un po’ di tempo per non pensare a quello che sta succedendo, anche se è molto difficile. È una situazione delicata che ognuno di noi deve affrontare nel modo in cui ci viene indicato. Speriamo di uscirne presto».

Nato e cresciuto con la passione smisurata per il calcio, Lupi parla con amore del suo percorso calcistico: «Ho iniziato a giocare a calcio all’età di cinque anni nella società Olimpia, dove ho imparato i fondamentali del calcio e ad amare questo sport. Ho disputato tutto il settore giovanile agonistico con la Roma Team, poi una volta approdato alla Pescatori Ostia ho smesso di giocare per quasi un anno. Ero giovane e incontrai delle difficoltà ad inserirmi in prima squadra. Poi grazie alla spinta di mister Trebiciani, mio vecchio allenatore, ripresi a giocare con il Tor De Cenci in prima categoria. Da lì sono passato all’Unipomezia dove sono rimasto cinque stagioni, vincendo due Coppe Italia e un campionato di Promozione. È stata un’esperienza bellissima che mi ha portato la scorsa stagione al Real Monterotondo Scalo, ora diventata la mia casa».

LE OCCASIONI 

Talento cristallino, l’attaccante avrebbe meritato palcoscenici oltre i confini regionali. «Ai tempi della Roma Team sostenni diversi provini con squadre professionistiche, ma non sono riuscito a sfruttare queste possibilità anche per mie pecche personali. Tuttavia, a quasi trent’anni, non posso guardarmi troppo indietro. Voglio continuare a fare bene e soprattutto divertirmi con il calcio, ora che sono stato fortunato ho trovato una società». Esterno, fantasista e goleador, Lupi ha come punto di riferimento le magie calcistiche: «Da tifoso romanista non posso che aver preso come riferimento il capitano della Roma Francesco Totti. In lui ho ammirato tutto quello che un giocare di calcio può trasmetterti: classe, amore e attaccamento ai colori. Grazie al calciotto, poi, ho avuto l’onore di giocarci insieme. È stato un mio sogno che si è realizzato».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero