Di Rocco: «Spiace che Nibali non sia al Giro ma confido negli altri italiani»

Di Rocco: «Spiace che Nibali non sia al Giro ma confido negli altri italiani»
«Mi aspetto sempre un bel Giro, la corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo. Anche da parte italiana anche se i pronosticati sono tutti stranieri». Così il...

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«Mi aspetto sempre un bel Giro, la corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo. Anche da parte italiana anche se i pronosticati sono tutti stranieri». Così il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, a tre giorni dal via della corsa rosa che partirà da San Lorenzo al Mare, in Liguria. Non ci sarà Vincenzo Nibali, mentre i tifosi italiani confidano in Fabio Aru, lo scorso anno terzo. «Spiace perchè in Italia Nibali ha tanti tifosi però un italiano è tornato a vincere un Tour dopo 16 anni ed è anche giusto così - aggiunge il n.1 Fci a margine della presentazione del Libro »Cento Volte Bartali. 1914-2014«, al Coni-. Il suo impegno primario è quello e punta a riconfermarsi. Facciamo il tifo per lui. Vincenzo ha tifosi anche in Francia perchè hanno apprezzato oltre le sue doti anche la sua grande disponibilità. Aru punta a confermarsi anche se nella fase di avvicinamento ha avuto un pò di problemi fisici. Doveva fare i Giro di Romandia e sette giorni di gare in meno difficile da gestire però sono convinto che sia maturato e sappia gestirsi al meglio». Il favorito? «Sulla carta Contador, ma anche Porte», dice Di Rocco.


«Gli italiani saranno protagonisti, ma non mi sbilancio. Ma negli ultimi tempi non è azzardato sognare che ci sia un italiano in maglia rosa». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in vista del Giro d'Italia. E la corsa rosa può aiutare anche la candidatura olimpica di Roma 2024. «Mi sembra c'è sempre di più una crescita di popolarità del ciclismo - rileva il capo dello sport italiano -, gli anni complicati sembrano alle spalle. Il Giro è subito dopo il Tour, è riconosciuto come un'eccellenza del sistema organizzativo. Siamo impegnati nella candidatura e tanto più manifestazioni come il Giro accrescono la credibilità di Roma 2024». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero