Di Francesco, il bello del debuttante è che fa cose che non ti aspetti

Di Francesco, il bello del debuttante è che fa cose che non ti aspetti
Il bello del debuttante è che fa cose che non ti aspetti. Ti sorprende, perché è incosciente, quindi imprevedibile. Leggero nella sua emozione, entusiasta....

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Il bello del debuttante è che fa cose che non ti aspetti. Ti sorprende, perché è incosciente, quindi imprevedibile. Leggero nella sua emozione, entusiasta. Eusebio Di Francesco alla prima in Champions scrive un pezzo di storia della Roma: quarti di finale, cosa che non era riuscita al grande Capello, alla Roma nella quale giocava anche lui. L’ultimo ad assaggiare i quarti di finale, Spalletti. Che lui si è trovato a sostituire a Roma. L’altro è Liedholm, parliamo del 1984. Diciamolo, la Roma non era più abituata, perché i “quarti” di Lucio e Niels risalgono alla notte dei tempi, l’attualità non comprende quasi per niente la Roma in Europa, tante volte anche umiliata, spesso inconsistente. E’ vero, il sorteggio dopo gli ottavi non è stato cattivo, ma battere lo Shakhtar non era così scontato. Perché davanti c’era una squadra, per storia recente, più abituata a navigare nell’Europa che conta e perché all’andata aveva anche perso. Qui, all’Olimpico, la Roma doveva vincere e ha vinto. Con grande merito, giocando a calcio e soffrendo. Per la quarta partita consecutiva in casa, la Roma non ha preso gol. E’ la vittoria di Di Francesco e tutti quei calciatori, che magari lo hanno pure. “contestato” (questioni tecnico/tattiche) ma che poi è riuscito a portare dalla sua parte. A gennaio poi si stava smontando un giocattolo che piano piano stava plasmando: Nainggolan attratto dalla Cina, Dzeko verso il Chelsea (Emerson, ai blues, c’è andato sul serio). E proprio Edin gli ha regalato questa gioia, con un gol sotto la Curva Sud. Partita preparata in maniera impeccabile. Niente isterismi, nessun attacco a testa bassa contro il fortino. Pressing sì, ma con moderazione. Il gol è arrivato e il debuttante ha stupito, avendo ancora out, chi per un motivo chi per un altro, le perle della campagna acquisti, da Karsdorp a Schick. Ha stupito tutti, soprattutto chi non lo conosceva bene. E chi non lo ha voluto conoscere. 
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Il Messaggero