Della Monaca: «La maglia dell'Eretum è la mia seconda pelle»

Della Monaca: «La maglia dell'Eretum è la mia seconda pelle»
A tu per tu con Gilda Della Monaca, esterno basso dell’Eretum Monterotondo femminile di mister Milani, che vanta un record importante e particolare: è l’unica...

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A tu per tu con Gilda Della Monaca, esterno basso dell’Eretum Monterotondo femminile di mister Milani, che vanta un record importante e particolare: è l’unica calciatrice ad aver giocato sempre con la casacca gialloblù, dalla nascita della squadra femminile fino alla stagione attuale. Con Gilda abbiamo parlato del suo amore per la maglia dell’Eretum, che ormai considera una seconda pelle, della passione per il calcio, degli studi universitari e del suo sogno nel cassetto…

 
Gilda, partiamo da lontano. Quando nasce la tua passione per il calcio e come ti sei avvicinata all’Eretum?

“Non so di preciso quando mi è nata, ho sempre avuto la passione per il calcio. Sin da quando ero piccola giocavo per strada con i miei amici, anche a scuola mentre le mie compagne giocavano a campana io ero in fila per farmi scegliere durante la divisione delle squadre. Sapevo già dell'esistenza di una squadra femminile qui all'Eretum, poi un giorno mio padre decise di andare al campo a chiedere informazioni e da lì iniziò tutto”.
 
Hai scelto il gialloblù e non l’hai mai lasciato. Come mai? Ti rende orgogliosa il fatto di essere la più “vecchia” come militanza in squadra?

“Sì, è una cosa di cui sono molto orgogliosa. Sono molto legata a questi colori, per me l'Eretum è come una famiglia, mi sento a casa ormai, la maglia gialloblù è la mia seconda pelle. Ci sono stati molti momenti dove pensavo di andarmene, ma non sono mai riuscita a farlo, ho vissuto troppe emozioni qui. Voglio giocare per questa maglia ed esserci quando finalmente ci toglieremo qualche grande e bella soddisfazione”.
 
Dal 2012, in cui lottavate per ottenere qualche punto e non arrivare ultimi, ad oggi con la squadra stabilmente al vertice: cosa è cambiato in questi anni e come hai vissuto i tanti stravolgimenti che ci sono stati?

“Sono tante le cose che sono cambiate, siamo cresciute tutte quante dal punto di vista calcistico, ora riusciamo a fare un bel gioco, a giocare di prima, a muoverci bene cosa che prima non era possibile. Inoltre sono arrivate persone nuove che sono fondamentali nella squadra. Un cambiamento che ho notato è nello spogliatoio, abbiamo sempre avuto un bel gruppo, ci siamo sempre divertite però quest'anno c'è qualcosa di particolare, siamo unite soprattutto in campo, abbiamo tutte la stessa voglia e lo stesso obiettivo. Questo credo sia merito anche del nostro grande capitano, Arife Ibrahimi, che è sempre pronta ad aiutarti ed è attenta a quello che succede in squadra”.
 
Tra le tante, c’è una partita che ricordi con particolare piacere?

“Sono molte le partite che ricordo con piacere, tra queste una partita contro la Vis Roma: quel giorno partii titolare, avevo  molta ansia anche perché avevo giocato davvero poco quell'anno, però fu una grande emozione, giocai molto bene e la cosa più bella furono i complimenti a fine partita, del mister e delle mie compagne, che mi ripagarono di tutti gli sforzi che avevo fatto”.
 
E un brutto ricordo?

“Fu quando decisi di smettere di giocare, non mi allenai per due settimane, poi un giorno mi chiamò il mister di allora e mi disse che aveva bisogno di me per la partita della domenica. Ero felicissima, purtroppo poi arrivai agli allenamenti e mi dissero che fece quella telefonata soltanto perché altrimenti non saremmo arrivate ad 11”.
 
C’è una persona a cui sei particolarmente legata e a cui senti di dire grazie?

“Sento di ringraziare particolarmente due persone, mister Onori e Maurizio Verzilli: sono insieme a loro dal primo anno, abbiamo vissuto insieme tantissime emozioni soprattutto quando giocavamo a 5, ci tengo molto a loro, mi hanno vista crescere, mi hanno insegnato tanto e continuano a farlo tutt'ora, so di poter contare su di loro. Quindi grazie di tutto”.
 
Passiamo all’attualità. Dopo una splendida cavalcata, domenica avrete lo scontro diretto contro la Res Woman. Che partita ti aspetti?

“Sarà sicuramente una bella partita tra due squadre che vogliono prendersi il campionato. Loro entreranno decise e concentrate, giocheranno una bella partita come fanno sempre quindi dipende da noi, da come entriamo in campo, l'unica cosa sicura è che daremo il massimo”.
 
Che aria si respira dentro lo spogliatoio, come vi state preparando a questo importante appuntamento?

“È una partita troppo importante, da un lato siamo tranquille perché sappiamo che già arrivare a giocarci il campionato con una squadra come la Res è una vittoria, un traguardo che non abbiamo mai raggiunto, ma allo stesso tempo c'è tensione, infatti cerchiamo di motivarci a vicenda perché vogliamo vincere”.
 
Oltre al calcio, cosa fai nella vita?

“Lavoro e studio, sono iscritta all'Università, alla facoltà di Scienze dell'educazione”.
 
Hai un sogno nel cassetto?


“Il mio sogno nel cassetto è sempre stato giocare a calcio e migliorare, ma so di non poter andare troppo avanti e quindi mi piacerebbe molto trasmettere questa mia passione ad altre persone. Una volta laureata grazie agli studi che ho fatto vorrei provare ad allenare una squadra di calcio paralimpica. Oggi è un obiettivo, un sogno, molto lontano, ma domani chissà…!”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero