Davide Astori, chiesto il rinvio a giudizio per il medico che certificò l'idoneità

La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio colposo, del medico Giorgio Galanti, ex direttore della medicina sportiva dell'ospedale...

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La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio colposo, del medico Giorgio Galanti, ex direttore della medicina sportiva dell'ospedale fiorentino di Careggi, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del capitano della Fiorentina Davide Astori. Il dottor Galanti nel luglio 2017 certificò l'idoneità sportiva del calciatore viola morto il 4 marzo 2018 a 31 anni. L'udienza preliminare si terrà il prossimo 22 ottobre davanti al giudice del Tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti. Non ha ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio l'altro medico indagato, il cagliaritano Francesco Stagno.


Da quanto si apprende, la posizione di Stagno, che riguardava l'idoneità rilasciata nel 2014, quando Astori militava nel club sardo, dovrebbe essere stata stralciata e il pm Antonino Nastasi dovrebbe chiederne l'archiviazione. Davide Astori venne trovato senza vita il 4 marzo 2018 a Udine nella camera d'albergo in cui era in ritiro con la squadra viola. Secondo la Procura, il capitano della Fiorentina morì per la mancata diagnosi di una patologia cardiaca che era tale da impedirgli la carriera di calciatore. Secondo il pm, la diagnosi non fu fatta perché mancavano esami che avrebbero potuto rivelare l'insorgere della patologia. 

Il dottor Galanti è indagato anche nell'ambito dell'inchiesta bis sulla morte di Astori per falso materiale commesso da pubblico ufficiale in concorso con la dottoressa Loira Toncelli, medico dello stesso centro specialistico di medicina sportiva di Careggi. L'inchiesta riguarda un certificato medico relativo a un esame, lo Strain, a cui, secondo l'accusa, il calciatore non sarebbe mai stato sottoposto. In questo secomdo filone è indagato anche l'attuale direttore della medicina sportiva di Careggi, Pietro Amedeo Modesti, a cui viene contestata l'ipotesi di reato di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. 
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Il Messaggero