Caso D'Onofrio, la decisione del Consiglio federale: la giustizia arbitrale passa sotto l'egida della Figc

Scelta presa all'unanimità dopo l'arresto dell' ex procuratore capo dell'Aia per traffico internazionale di droga

Caso D'Onofrio, la decisione del Consiglio federale: la giustizia arbitrale passa sotto l'egida della Figc
Come per tutti i tesserati della Figc, anche la giurisdizione degli arbitri rientrerà negli oneri della giustizia federale. È questo il verdetto del...

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Come per tutti i tesserati della Figc, anche la giurisdizione degli arbitri rientrerà negli oneri della giustizia federale. È questo il verdetto del Consiglio di federazione, che questa mattina ha approvato all'unanimità la richiesta di modifica dei principi informatori dell'Associazione Italiana Arbitri. La decisione, che permetterà di sollevare l'Aia da tutte le responsabilità che esulano dall'autonomia tecnico-organizzativa, nasce in seguito all'arresto per traffico internazionale di droga di Rosario D'Onofrio, ex procuratore capo dell'Aia. La proposta del Presidente Gravina è stata avallata dalle interlocuzioni intervenute negli ultimi tre giorni con il Ministro per lo Sport Andrea Abodi e il presidente del Coni Giovanni Malago. Il passaggio della giustizia arbitrale all'interno di quella federale, entrerà in vigore dal 1 gennaio 2023.

«Da oggi in poi il profilo e la verifica di alcuni profili sarà molto più precisa. Questo tema ha creato imbarazzo e disagio all'interno del calcio, un episodio che presenta, come più volte sottolineato, ancora tantissimi lati da chiarire, moltissimi lati oscuri. Abbiamo chiesto gli atti alla giustizia ordinaria. Gli arbitri hanno dimostrato grandissima maturità, non sono stati minimamente scalfiti, troveranno sempre massimo rispetto, sono intoccabili e non c'entrano assolutamente nulla con questa vicenda. Ci sono delle responsabilità personali di un soggetto con degli aspetti ancora tutti da chiarire, spetterà alla magistratura ordinaria», ha commentato in conferenza stampa il presidente della Figc, Gabriele Gravina.

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Il Messaggero