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La tecnologia, in aiuto delle società, per la riapertura in sicurezza degli stadi. Parte da Udine il progetto Re-Start: il primo test che vedrà dotati i 350 addetti ai lavori che in ogni partita sono presenti alla Dacia Arena, di un dispositivo pronto a vibrare in caso di mancato distanziamento e che traccerà i contatti degli stessi nel totale rispetto della privacy. Una specie di app immuni adottata al calcio e, Udinese-Fiorentina, sarà la partita “pilota”. Ne dà notizia il club friulano, attraverso una nota apparsa sul proprio sito ufficiale, dove spiega il progetto che ha deciso di utilizzare insieme a Infront. “Siamo da sempre all’avanguardia nella ricerca di soluzioni tecnologiche per i nostri partner – ha spiegato Alessandro Giacomini, managing director di Infront Italia – e nei mesi passati abbiamo identificato e selezionato i migliori per trovare soluzioni idonee alla riapertura degli stadi. L’Udinese è un partner desideroso di testare una soluzione che potrebbe portare a breve termine a riaprire al pubblico in sicurezza”. Sulla scia dell’Inghilterra, pronta a riemettere i tifosi negli impianti dal prossimo 17 maggio, anche l’Udinese è pronta a mettere la firma, forse, sullo scatto che potrebbe rivelarsi decisivo anche in Italia. “L’innovazione tecnologica applicata al calcio è nel nostro dna – ha detto il vicepresidente Stefano Campoccia – da qui sono partite le sperimentazioni di Goal Line Technology e di riconoscimento facciale. Con questo nuovo esperimento vogliamo confermare la nostra ambizione a divenire un punto di riferimento per la sperimentazione e lo sviluppo di strumenti innovativi per un ritorno del pubblico”. In questo caso non ci sarà bisogno d’installare nulla sul proprio cellulare, ma gli steward e probabilmente anche i giornalisti, verranno dotati di questo apparecchio. Se si è troppo vicini scatterà la vibrazione…identica a quella dell’orologio dell’arbitro in caso di gol fantasma. Che non sia veramente la tecnologia ad avvicinarci ad una mezza normalità? Dopo i dati del test di domenica ne sapremo sicuramente di più.
Il Messaggero