Valencia, una corsa come una corrida: Rossi, Marquez e Lorenzo sfida da scintille

Comunque vada, a Valencia sarà una bolgia. L'importante è che l'ultimo gran premio della stagione - il più atteso nella storia del Motomondiale dopo gli episodi di...

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Comunque vada, a Valencia sarà una bolgia. L'importante è che l'ultimo gran premio della stagione - il più atteso nella storia del Motomondiale dopo gli episodi di Sepang - non diventi una barbara corrida. Perché l'ignobile anti-sportività di Marquez, che in Malesia, dopo una serie di traiettorie da strappo della licenza è riuscito nell'intento di far innervosire Valentino, è stato un durissimo colpo per tutto il movimento a due ruote che mai aveva assistito a una strategia tanto bieca.



Difficile dimostrare con assoluta certezza che Marquez abbia intenzionalmente ostacolato Rossi a Phillip Island e soprattutto a Sepang, ma ciò non vuol dire che il fatto non sussiste; anzi. L'unica cosa certa è che il Dottore non ha rifilato nessuna pedata al frustrato fanciullo di Cervera e che tutta questa triste storia ha spaccato a metà l'opinione pubblica. Anche se a dire il vero, man mano che emergono nuovi dettagli e inedite prospettive, diventa sempre più difficile condonare l'operato dello spagnolo.

Perche Valentino è in difetto regolamentare mentre Marc ha anteposto una vendetta personale all'etica e all'integrità sportiva. Ragione per cui ieri il CodaCons ha richiesto l'esclusione definitiva dalle corse o la squalifica del campionato in atto per Lorenzo e per il pilota della Honda.

UNA QUESTIONE TOTALE
La faccenda Rossi-Marquez ha coinvolto politici e popolo dei social, le alte cariche dei due Stati e organizzazioni internazionali, tifosi e addetti ai lavori. Per questi motivi - più del titolo in ballo - tra presunte alleanze, possibili ritorsioni e scenari da fantamotociclismo, l'appuntamento dell'8 Novembre al Ricardo Tormo ha purtroppo assunto i connotati di una partita di calcio ad alto rischio. L'organizzazione, nell'ottica di prevenire tensioni - mai avremmo pensato che ciò potesse accadere in MotoGp - ha deciso di separare i tifosi di Rossi, Lorenzo e Marquez.

I circa 1250 fans del Dottore, si accomoderanno nella tribuna che parte in fondo al rettilineo ed arriva alla curva Doohan; punto ideale - e che sia di buon auspicio per Rossi - per i sorpassi. Il fan club di Marquez occuperà la tribuna successiva e i tifosi di Lorenzo saranno riuniti nella sezione mista tra le curva sei e dodici: «Vorrei ricordare che il nostro pubblico si è sempre distinto per un comportamento, al contrario di ciò che accade nel calcio, sportivo e tollerante - spiega Gonzalo Gobert, direttore del Circuito di Cheste - più di piloti e colori, ciò che ci ha sempre unito è l'amore per le moto e sono sicuro che sarà così anche nel weekend che decide il Mondiale».

La speranza è che gli appassionati abbiano più buonsenso e intelligenza di Marquez, che con le sue sconsiderate azioni ha contribuito a creare un clima di rancori e tensione. Qualcuno potrebbe argomentare che Rossi non è esente da colpe - e così per Lorenzo che invece di chiedere una punizione più dura per il compagno di squadra avrebbe potuto scegliere la via di un più elegante silenzio - ma s'un fatto tutti i piloti, meno MM ovviamente, sono d'accordo: non si può correre con il solo obiettivo di ostacolare un collega per giunta in lotta per il Campionato. E così, per le ragioni sbagliate, il gran premio di Valencia è diventato l'evento spagnolo - e forse mondiale - dell'anno.


La domenica sono previste 110.000 presenze, il sabato 85.000 e il venerdì 65.000. Numeri record e una pazza idea - irrealizzabile - di aprire al pubblico la consueta conferenza stampa del giovedì. Dando per scontato il tutto esaurito e miliardi di occhi incollati agli schermi, ci auguriamo soprattutto che la gara al Ricardo Tormo sia una leale giornata di sport e che Rossi rifili un bello schiaffone morale ai rivali correndo con assoluta lealtà fino a completare quella che potrebbe essere la rimonta più appassionante di una carriera senza eguali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero