Corradi: «In Italia crisi di risultati ma non di sistema». E stasera la sua Under 17 sfida l'Olanda all'Europeo. In palio la semifinale

Corradi: «In Italia crisi di risultati ma non di sistema». E stasera la sua Under 17 sfida l'Olanda all'Europeo. In palio la semifinale
Dentro o fuori: la Nazionale Under 17 allenata da Bernardo Corradi gioca contro l’Olanda per prendersi la semifinale del campionato Europeo di categoria. Non sarà...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Dentro o fuori: la Nazionale Under 17 allenata da Bernardo Corradi gioca contro l’Olanda per prendersi la semifinale del campionato Europeo di categoria. Non sarà facile, contro una squadra che ci ha eliminato nelle ultime due edizioni, ma lo spirito è quello giusto. E l’ex attaccante della Lazio è motivato e anche le sensazioni sono quelle positive dopo un ottimo cammino nella prima fase. La partita di oggi, allo stadio di Netanya sarà trasmessa in streaming su RaiPlay: fischio d’inizio alle 19.

Mister, come ci arrivano i ragazzi ad una partita senza possibilità d’appello?

«Con la consapevolezza e la voglia di non snaturarsi e con la volontà avere sempre il dominio del pallone. Abbiamo voluto questo passaggio del turno senza andare a guardare i risultati delle altre che ci avrebbero sicuramente potuto agevolare e anche nella prima partita, quella persa contro la Germania, abbiamo dimostrato di essere una buona squadra. Non è facile riprendere due gol. E non è facile poi metabolizzare il fatto di averla persa per la troppa voglia di andarla a vincere. La cosa certa è che le qualità ce le abbiamo. Dobbiamo comunque stare concentrati. Ma noi ci avviciniamo in maniera assai serena».

Un gruppo che può regalare delle soddisfazioni nonostante la crisi del mondo pallonaro italiano?

«Io parlerei più di crisi di risultati che del sistema. L’anno scorso siamo saliti tutti sul carro dei vincitori dopo la finale di Wembley. Sì, è normale essere delusi per non aver preso la seconda qualificazione al Mondiale di fila, ma c’è da dire che le nazionali giovanili sono tutte davanti nel ranking. In questo mondo c’è poco equilibrio nell’analizzare i momenti. E penso che comunque il lavoro della federazione sia stato importante fino ad ora. Ovviamente non è che vada tutto bene, e forse riducendo l’ingresso degli stranieri nei vari settori giovanili anche noi potremmo avere un compito sicuramente più facile. Ma chi ha parlato di dramma, dopo la mancata qualificazione, ha esagerato. Certo, un ragazzino che adesso cresce non ricorda l’Italia ai Mondiali, il momento che tutti sognano, ma non penso davvero che possa essere definito un dramma. Abbiamo sbagliato una partita, quella più importante. Ma l’anno scorso stavamo esultando».

Qualcuno del suo gruppo, che sta facendo comunque assai bene, potrebbe arrivare un giorno a giocare in Serie A e magari essere ancora con la maglia azzurra addosso?

«Ci sono diversi profili interessanti, ma ovviamente ci sono tante variabili che possono fare la differenza in un ragazzo. La stoffa c’è, in molti, ma fare delle ipotesi non è corretto ed è comunque altrettanto difficile. Io credo che il lavoro nostro, e anche quello della federazione, vada verso un solo obiettivo: cercare di crescere al meglio questi ragazzi e magari portarli nella nazionale maggiore facendo così tutta la trafila così come successo per Chiellini, per Barella e per Locatelli prendendo alcuni esempi».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero