Coronavirus, la telefonata di Valentino Rossi alla donna di 102 anni guarita dal Covid-19

Coronavirus, la telefonata di Valentino Rossi alla donna di 102 anni guarita dal Covid-19
«Pronto? Sono Valentino Rossi. Sì, il pilota. Sono io, giuro. Signora Italica, volevo farle i complimenti: lei è molto più 'tostà di me: una...

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«Pronto? Sono Valentino Rossi. Sì, il pilota. Sono io, giuro. Signora Italica, volevo farle i complimenti: lei è molto più 'tostà di me: una vera guerriera. Avessi io la sua energia, continuerei a correre per altri 20 anni. Posso invitarla a una delle mie gare, appena ricomincia il motomondiale? Così mi svela il suo segreto». Valentino ha telefonato a Italica Grondona, la signora genovese di 102 anni che ha sconfitto il Coronavirus. Lo racconta Il Secolo XIX. «Avevo espresso un desiderio: conoscere il Dottore. E lui mi ha chiamato. È stato gentile. E simpatico», ha detto l'anziana paziente. La donna, che sta facendo la convalescenza in una struttura di Sestri Ponente, fino allo scorso anno viveva da sola: tra poco tornerà nella Rsa dove vive e dove ha un poster gigante di Valentino «Sono una sua tifosa. Ho una sua fotografia e un portachiavi con il numero 46 di Rossi che ho attaccato al girello. Sa le ho detto che anche io corro con il mio girello».


Italica ama la velocità oltre alla moto Gp rivela di avere passione anche per la Formula Uno ed è tifosa della Ferrari. Dopo il contatto con Rossi ora ha il desiderio di conoscere Vettel. Ma sono le moto la vera passione. «Mi hanno sempre fatto impazzire. Mi ricordo ancora, sarà più di 80 anni fa e allora abitavo vicino a Porta Soprana. Un giorno arriva all'edicola un giovane, avrà avuto 25 anni e mi dice "Vuole fare un giro?". Certo, gli ho risposto. Siamo andati fino a Porta Principe: è stato bellissimo, però troppo breve». A suo marito i motori non piacevamo per niente. «Non era nemmeno un ballerino, ho sofferto tanto. E' finita che abbiamo divorziato». Ed è tornata a salire su di una moto. «Avevo un amico, lui sì che andava forte. Andavamo sempre in giro: e non c'era niente di più bello dell'ebbrezza della velocità. Per farmi i complimenti, ripeteva sempre che non gli sembrava nemmeno di avere un passeggero, dietro» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero