Sessanta giorni di stop ora si sentono, anche i giganti cadono. Aveva inaugurato Ibra la girandola dei ko, ieri è toccato a Gomez, Higuain e Milinkovic, solo gli...
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12 INFORTUNI
I medici lo avevano detto, nei muscoli la lunga pausa per il Coronavirus può creare più di uno scompenso. Per questo Simone Inzaghi sta gestendo gli allenamenti con minuzioso scrupolo, a Formello ferma i suoi uomini quando in partitella eccedono. In Serie A adesso sono 12 gli infortunati in questo momento. Ibra non aveva fatto in tempo a tornare, che era finito ai box per un problema al polpaccio destro: i prossimi controlli sono previsti intorno a metà giugno, ma il Milan assicura che la guarigione di Zlatan stia proseguendo al meglio. Ne avrà per un paio di settimane anche Leo Duarte (risentimento alla gamba destra) a Milanello. La Roma combatte con la distrazione al bicipite femorale di Perotti, in via di recupero, e l'infrazione al polso sinistro di Pau Lopez, primo infortunato risalente al 13 maggio. La ripresa degli allenamenti (già quelli individuali) continua insomma a mietere vittime prima del ritorno effettivo in campo. Circa 20 giorni fa la distrazione di secondo grado alla coscia destra di Manolas: impossibile per il Napoli il recupero del greco per la Coppa Italia. Distorsione del ginocchio destro per Baselli a Torino. In infermeria anche Deiola del Lecce, il portiere Letika (distrazione al retto femorale, 10 giorni di stop) della Spal e Larsen dell'Udinese (infrazione al polso destro) per una pallonata fortuita.
CONTRATTI
Era tuttavia previsto, dopo un periodo così lungo d'inattività, il crollo dei muscoli della Serie A. Così come che i contratti in scadenza (al 30 giugno) potessero diventare un problema, nonostante la flessibilità della Fifa verso ogni singola Lega: «Al momento non è prevista nessuna proroga – tuona il presidente dell'Assoagenti Galli – e quindi i giocatori 'liberi' possono rifiutarsi di scendere in campo oltre quella data». Un quarto dei giocatori (122) del nostro campionato è coinvolto in questa vicenda: 52 a scadenza, 29 prestiti secchi, altri 33 fra prestiti con diritto riscatto o controriscatto, e infine 8 con l'obbligo legato a obiettivi (Champions o retrocessione) difficilmente centrabili entro il 30 giugno e quindi senza nessuna garanzia. Spiccano i casi Kulusevski, Nainggolan, Smalling e Sanchez, ma anche Callejon e lo stesso Ibra, ora in infermeria. Se qualcuno dovesse impuntarsi, ci sarebbe un'ulteriore beffa dopo la ripartenza. Come se non bastasse, in caso di nuovi contagi, la permanenza della quarantena collettiva. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero