Lukaku, la rivelazione sui social allunga l'ombra del coronavirus

Lukaku, la rivelazione sui social allunga l'ombra del coronavirus
Se Lukaku il 2 aprile aveva tuonato contro Figc e Lega di serie A («per fermare il calcio è servita la positività di un giocatore della Juventus», aveva...

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Se Lukaku il 2 aprile aveva tuonato contro Figc e Lega di serie A («per fermare il calcio è servita la positività di un giocatore della Juventus», aveva detto riferendosi a Rugani), ieri durante una chat su Instagram con Kat Kerkhofs (moglie di Mertens), il belga ha raccontato un retroscena incredibile. «A dicembre abbiamo avuto una settimana libera - ha detto il centravanti -. Siamo tornati e giuro che 23 giocatori su 25 dell’Inter erano malati. Non è uno scherzo». Frasi che hanno sorpreso lo stesso entourage del giocatore e infastidito il club di viale Liberazione che, però, non dovrebbe multarlo (sarà soltanto rimproverato). «Abbiamo giocato in casa contro il Cagliari di Nainggolan e dopo 25’ uno dei nostri difensori ha dovuto lasciare il campo (Skriniar al 17’, ndc). Non poteva andare avanti e quasi svenne. Tutti tossivano e avevano la febbre. Mi ha anche infastidito. Quando mi sono riscaldato, sono diventato molto più caldo del solito. Non prendevo la febbre da anni», ha continuato Lukaku. 


RICOSTRUZIONE DEI FATTI 

Riavvolgendo il nastro e cercando di contestualizzare le parole dell’attaccante, va ricordato che durante le festività natalizie il belga è stato a Dubai, così come Candreva. Luogo nel quale in quel periodo non c’era nessun allarme Coronavirus. Gli allenamenti sono ripresi il 29 dicembre in vista del match del San Paolo del 6 gennaio che l’Inter ha vinto contro il Napoli con la formazione tipo. Lukaku fa riferimento al match di San Siro contro il Cagliari del 26 gennaio, pareggiato 1-1 con tanto di espulsione nel finale di Lautaro Martinez. In quella partita Skriniar esce al 17’ del primo tempo «per un malessere influenzale», come fa sapere il club. A fine partita Antonio Conte non si presenta ai microfoni delle televisioni perché «non aveva energie nel parlare alla squadra. Anche lui ha avuto un attacco influenzale», aveva raccontato il suo vice, Christian Stellini. All’epoca si era, invece, pensato (con malizia) che l’ex ct non si fosse presentato ad analizzare il match perché arrabbiato per il pari e per l’arbitraggio di Manganiello. Infine, tre giorni dopo - il 29 gennaio - per la partita di Coppa Italia contro la Fiorentina alcuni giocatori nerazzurri hanno effettivamente avvertito sintomi influenzati: Bastoni, de Vrij (l’olandese resta a casa), D’Ambrosio in forma minore e proprio Skriniar (loro restano in panchina). Numeri considerati abituali per il mese di gennaio e comunque pochi rispetto a quanto detto da Lukaku. Anche perché tre mesi fa in Italia l’allarme Coronavirus non era ancora arrivato e nessun altro componente del club risulta essersi ammalato. C’è chi pensa che il belga abbia detto tutto questo per attirare l’attenzione sul problema del ritorno in campo (oggi si decide se e come si tornerà ad allenarsi). Senza dimenticare la forte sensibilità di Romelu sulla pandemia, motivata dal fatto che la madre, «la migliore amica» del centravanti nerazzurro, soffre di diabete. O come quando un mese fa aveva confessato di «essere andato quasi fuori di testa» in quarantena a Milano per la lontananza dalla sua famiglia.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero