Sydney, Atene, Pechino, Londra e Rio. La prossima fermata è Tokyo. Sarebbe Tokyo. Fabrizio Donato ci sta pensando su ufficialmente da ieri, quando è stata comunicata...
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Fabrizio sta seguendo una dieta rivoluzionaria, basata sull'analisi del Dna e compilata da uno specialista che opera a Londra e che lo segue a distanza. «Mi ha fatto scoprire cose incredibili, impensabili anche per uno come me che, insomma, per continuare a saltare fino a questa età si è sempre interessato all'alimentazione. Però ho scoperto che, per esempio, mangiare carne cotta alla brace mi nuoceva particolarmente. Il mio fisico non sopportava i residui del carbone che inevitabilmente si ingeriscono consumando cibi cotti al barbecue. Con questo sistema sono riuscito a prevenire le infiammazioni ai tendini, fatali nella mia disciplina ma che a me danno noia in paerticolar modo». Donato sollecitando i suoi tendini è riuscito a mettersi al collo il bronzo olimpico a Londra 2012; gli ori ai Giochi del Mediterraneo del 2001, degli Europei indoor di Torino 2009 e di quelli all'aperto di Helsinki 2012; gli argenti degli euro indoor di Parigi del 2011 e di Belgrado 2017. Ovviamente suoi i record italiani all'aperto (17,60 metri) e sotto il tetto (17,73 m). Insomma, una bacheca di tutto rispetto soprattutto per un'atletica leggera anemica come quella italiana. Arrivare al 2021 sarebbe il record più grande: «Ma il fisico è logoro. Ripeto, ci penserò. Non è detta l'ultima parola». Il minimo per essere a Tokyo non ce lo aveva già in tasca: «No, perché lo scorso anno non avevo gareggiato appunto per rigenerarmi e puntare tutto su quest’ultimo anno. Avrei esordito a maggio per cercare di conquistare il pass olimpico...». E' l'unica volta in cui gli scappa di parlare di sé al passato, ma è soltato un momento. La lotta non è ancora finita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero