Wnba: il Draft si tiene in videochat, tra divani di casa e lacrime per Gigi Bryant

Wnba: il Draft si tiene in videochat, tra divani di casa e lacrime per Gigi Bryant
C'è la commissioner Cathy Engelbert che parla in tono solenne. Ci sono gli abiti da cerimonia e i lustrini richiesti dalla situazione. Ci sono l'emozione per le...

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C'è la commissioner Cathy Engelbert che parla in tono solenne. Ci sono gli abiti da cerimonia e i lustrini richiesti dalla situazione. Ci sono l'emozione per le chiamate e i festeggiamenti con i familiari. Ma c'è soprattutto uno spaccato di America perché il Draft della Wnba, la lega di basket femminile statunitense, si è tenuto in videochat. E allora le stelline selezionate per la prossima stagione erano, sì, in ghingheri intorno a un tavolo con le famiglie, ma il tavolo (o il divano) era quello di casa. Nella prima lottery della storia degli sport americani tenutasi “in remoto” - settimana prossima replicherà la Nfl con lo stesso format – ha brillato il sorriso di Sabrina Ionescu, guardia in uscita da Oregon selezionata alla numero uno dalle New York Liberty. Sabrina, californiana ma di chiare origini rumene, sorride finalmente dopo le lacrime che avevano solcato il suo volto in occasione dell'addio a Kobe Bryant: pupilla del Mamba, la giocatrice aveva parlato del suo idolo durante la cerimonia pubblica per l'estremo saluto alla stella dei Lakers. Curioso che alla numero 2 le Dallas Wings chiamino Satou Sabally, ala gambiana di origini e di passaporto tedesco. Proprio come quel Dirk Nowitzki che ha trascinato alla gloria la Dallas degli uomini e che ieri ha subito twittato per dare il benvenuto alla connazionale.

 

E, in realtà, anche il Draft era cominciato nel segno della commozione: la Engelbert ha infatti dedicato ad honorem le prime tre chiamate – in ordine alfabetico – ad Alyssa Altobelli, Gigi Bryant e Payton Chester, la figlia di Kobe e le altre due amiche morte nello schianto dell'elicottero. Tutte sognavano di diventare campionesse, come ha ricordato anche Vanessa Bryant, vedova di Kobe, in una video testimonianza.

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Il Messaggero