Formula 1 pronta al via ad inizio luglio e al 99% senza pubblico. Mentre in Italia e nella maggior parte d'Europa non c'è certezza sul destino dell stagione...
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I primi Gran Premi si correranno tutti senza pubblico, ma la speranza di riportare i tifosi pista nel corso della stagione resta intatta a guardare i progetti di ripartenza tracciati dal patron americano della Formula 1 Chase Carey. «Anche se questa mattina è stata ufficializzata la cancellazione del Gran Premio di Francia, l'ottimismo verso l'inizio del campionato 2020 in estate è in crescita. Il nostro obiettivo - afferma il boss americano del Circus - è iniziare la stagione con un programma europeo a partire dal 3-5 luglio in Austria fino ad inizio settembre sfruttando anche il mese di agosto. Poi da metà settembre, ottobre e novembre inizieremo a muoverci in Eurasia, Asia ed infine nelle Americhe per completare la stagione a dicembre con l'appuntamento del Bahrain prima del tradizionale gran finale di Abu Dhabi per un totale di 15-18 gare disputate. Il calendario verrà pubblicato il prima possibile. Inizialmente - precisa Carey - le gare saranno a porte chiuse, la speranza è di riuscire poi a coinvolgere il pubblico in un secondo momento. La salute e la sicurezza di tutti sarà sempre prioritaria. Ringraziamo i team e la Fia con cui siamo in continuo contatto, le scuderie sono state eccezionali nel mettersi a disposizione per la realizzazione di ventilatori contro il Covid-19». E dopo aver guardato all'oggi, il numero 1 di Liberty media parla già al futuro: «Oltre a pensare a come sviluppare la stagione 2020 abbiamo ragionato con i team e con la Fia anche per rafforzare il futuro a lungo termine della categoria attraverso una serie di nuovi regolamenti tecnici, sportivi e finanziari per rendere la F1 più sostenibile e per cercare di dare più possibilità di essere competitivi. Ovviamente tutti i nostri piani potranno essere soggetti a novità dell'ultima ora, noi daremo il massimo per offrire di nuovo le emozioni e lo spettacolo della F1 a tutti i tifosi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero