Se ne era parlato molto all’inizio dell’emergenza sanitaria, quando i Giochi di Tokyo 2020 non erano ancora stati rinviati. E allora, tra tanti ostacoli alla pratica...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE--> Doping, Sun Yang squalificato per 8 anni: distrusse le provette con un martello
COME FUNZIONA
Per i nuovi test servono diversi ingredienti. Alcuni materiali, come le telecamere sulla porta del bagno, e altri astratti, come la disponibilità degli atleti a farsi dei prelievi di sangue da soli. Tutto comincia con i kit che vengono spediti ai campioni. Dopodiché gli atleti vengono contattati quotidianamente dalla Usada, alla quale devono garantire un’ora della propria giornata. Durante quel lasso di tempo trascorso in contatto visivo sulle piattaforme citate, gli atleti dovranno raccogliere le proprie urine. La telecamera installata sulla porta del bagno servirà a segnare orari di ingresso e di uscita («Ovviamente, per motivi di privacy non ci è permesso vederli mentre fanno i loro bisogni», ha sottolineato Tygart...) mentre per evitare scambi di provette ci sarà un termometro per dimostrare che la temperatura del campione fornito sia in linea con quella corporea. A quel punto la fiala va etichettata e richiusa nel pacco per la spedizione. Per i test ematici viene fornito uno strumento plastico di puntura con cui i ragazzi possono fare il prelievo da soli sulla parte superiore delle braccia. «Certo, il problema non può essere risolto se in altre parti del mondo fanno zero controlli», è l’amara chiosa di Tygart, ma le agenzie antidoping di Norvegia, Germania e Canada hanno già chiesto informazioni sul programma. Che lo show abbia inizio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero