E’ stata anche la sera delle prime finali scudetto di volley. Conegliano già aveva il vantaggio dell’eventuale bella in casa, passa a Novara concedendo appena...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A Novara, dunque, di fronte anche alla quindicina di suore appostate in tribuna, dietro giornalisti e dirigenti a bordo campo, Conegliano ipoteca il terzo scudetto, secondo in sequenza, per 3-0. Il PalaIgor è esaurito, la presidentessa dell’Agil Trecate suor Giovanna Saporiti aveva accompagnato Egonu e compagne nelle due rimonte in semifinale con Scandicci, che a lungo era parsa superiore, stavolta accanto all’ex ct Massimo Barbolini si arrende alla superiorità dell’Imoco. Solo nel terzo set le piemontesi avanzano, con Letizia Camera in regia al posto di Carlini, come in supercoppa, dal 10-9 però arriva il break veneto, con la regia della polacca Joanna Wolosz, migliore il campo: l’anno scorso festeggiò lo scudetto fotografandosi senza veli, dietro alla coppa. Sulla battuta di Anna Danesi, le pantere avanzano, anche con l’ace di Fabris.
L’olandese Robin De Kruijf è in gran forma, come nella semifinale con Monza, mette 14 punti, con l’80% in attacco. Il sestetto creato da Fabio Leonardi, mister gorgonzola, paga le percentuali basse in attacco e ricezione e la battuta timida: per Paola Egonu 14 punti ma anche 6 errori.
Vincendo sabato e lunedì, a Villorba, dalle 20,30, con dirette su Raisport, Conegliano chiuderebbe sul 3-0 la serie al meglio delle 5 gare. L’eventuale quarta sarà venerdì 10 a Novara, la bella domenica 12, nel Trevigiano.
“Novara non è questa - obietta peraltro Daniele Santarelli, campione in carica -, e anche noi possiamo fare meglio. Ho visto tanti errori, non comuni per squadre così importanti.
"Come nelle altre serie di questi playoff - ammette Massimo Barbolini -, siamo partiti con il piede sbagliato. La serie è ribaltabile, un anno fa eravamo avanti noi e invece vinse Conegliano”.
Novara-Conegliano 0-3: 15-25 20-25 15-25.
Igor Novara: Bartsch 10, Veljkovic 5, Egonu 14, Plak 3, Chirichella 1, Carlini, Sansonna (l), Camera 1, Piccinini, Nizetich. Non entrate: Bici, Stufi, Zannoni. All. Barbolini.
Imoco Conegliano: Sylla 8, Danesi 9, Fabris 13, Hill 9, De Kruijf 14, Wolosz 5, De Gennaro (L), Fersino, Tirozzi. Non entrate: Rodriguez, Lowe, Bechis, Moretto, Folie. All. Santarelli.
Al maschile, Perugia passeggia con Civitanova, che in teoria era più riposata, avendo chiuso la serie con Trento con una gara in meno. Prosegue l’imbattibilità casalinga nei playoff, da 3 anni, stavolta niente bordate in battuta di Leon ma servizi tattici. La finale con 4 cubani in campo premia comunque quello di Perugia, così Civitanova vive il timore di perdere l’8. finale in sequenza, l’ultima è stata la coppa Italia, a Bologna proprio con Perugia. De Cecco si aggiudica il duello a distanza con Bruninho, in regia, entrambi faticano a reggere impegni ravvicinati, un po’ come Juantorena, che peraltro in gara4 aveva azzeccato la miglior gara stagionale.
Il regista argentino è l’mvp, coinvolge su buone percentuali anche Lanza e Podrascanin, senza andare solo su Leon e Atanasijevic. Sotto al 40% gli attaccanti di Fefè De Giorgi. Rara una finale scudetto così squilibrata, anche a muro, con i 4mila sirmaniaci scatenati. Domenica la seconda partita, a Civitanova, e lì saranno i marchigiani a puntare sul fattore campo, dal momento che Perugia nei playoff, a sua volta, non vince fuori da due anni.
Perugia-Civitanova 3-0: 25-13 25-18 25-18)
Sir Safety Conad Perugia: De Cecco 1, Lanza 9, Podrascanin 8, Atanasijevic 8, Leon 12, Ricci 4; Colaci (l), Hoag 2, Piccinelli, Della Lunga (l), Seif. Ne Hoogendoorn, Berger, Galassi. All. Bernardi.
Cucine Lube Civitanova: Bruno, Juantorena 9, Simon 3, Sokolov 5, Leal 3, Cester 1; Balaso (l). D’Hulst, Cantagalli, Kovar 3, Stankovic 2, Diamantini, Marchisio (l). Ne Massari. All. De Giorgi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero