Europeo 2020 e Green Pass, l'App è a rischio privacy

Europeo 2020 e Green Pass, l'App è a rischio privacy
Come entreremo allo stadio Olimpico, l’11 giugno, per la sfida inaugurale tra Italia e Turchia, e per i due impegni successivi della nostra Nazionale con Svizzera e Galles?...

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Come entreremo allo stadio Olimpico, l’11 giugno, per la sfida inaugurale tra Italia e Turchia, e per i due impegni successivi della nostra Nazionale con Svizzera e Galles? In che modo i sedicimila che hanno già acquistando un tagliando, dimostreranno di possedere almeno uno dei tre requisiti richiesti dal Cts, vaccinati, guariti o tamponati? Facile, o almeno così sembrava: scaricando «Mitiga», la stessa applicazione scelta dalla Lega di A per la finale di coppa Italia, andata in scena a Reggio Emilia il 19 maggio scorso, di fronte a 4.300 spettatori, tutti chiamati prima di entrare a scaricare l’app e a caricarci i propri dati. 


LA LETTERA
Un esperimento di successo, che la Figc intendeva replicare, d’accordo con l’Uefa. E stava lavorando in questo senso, quando in via Allegri è arrivata una lettera del Garante della privacy - l’Autorità presieduta da Pasquale Stanzione, il cui intervento era stato sollecitato anche da alcuni parlamentari - che chiedeva chiarimenti in merito alla procedura utilizzata per scaricare l’app e, soprattutto, alla natura dei dati da inserire, trattandosi di dati sanitari, dunque particolarmente sensibili. La lettera è stata inoltrata alla Lega di A, organizzatrice della coppa Italia, e le delucidazioni richieste sono state inviate al Garante, al quale però non devono essere bastate, perché ravvisando profili di violazione della privacy ha deciso di aprire un’istruttoria che attualmente tiene ancora Figc e Uefa con il fiato sospeso e le mani legate. 
CORSA CONTRO IL TEMPO

A dieci giorni dalla sfida inaugurale, un bel problema non sapere di cosa dovranno dotarsi le sedicimila persone che hanno acquistato un biglietto e sono in grado di dimostrare di essere state vaccinate, di aver effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti o di aver sviluppato gli anticorpi. Vorrebbero, ma come? Con un foglio di carta, alla faccia della rivoluzione digitale che il Paese si impegna a fare nei prossimi anni? Ieri i tecnici della Figc si sono riuniti per un aggiornamento della situazione, necessariamente interlocutorio. Di certo, ci sono solo i requisiti indicati dal Comitato tecnico scientifico per entrare allo stadio, gli stessi previsti dal green pass nazionale che - stando alle ultime previsioni del governo - sarà disponibile (elettronico e cartaceo) non prima della metà di giugno. Troppo tardi per l’inizio dell’Europeo: bisogna prendere una decisione autonoma, ma al momento non si sa quale. Con una preoccupazione in più: in questo caso il tema di affidare ad una società privata i dati sensibili di migliaia di persone si intreccia con l’organizzatore dell’evento, l’Uefa, un’associazione straniera. La Figc attende chiarimenti, il Garante ha assicurato che l’esito dell’istruttoria arriverà in tempi brevi, comunque utili a organizzare l’affluenza all’Olimpico dei sedicimila fortunati che potranno tornare a godersi una partita in presenza. Fortunati, con o senza app. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero