Civ, la scuola dei talenti che sognano di diventare Valentino

Civ, la scuola dei talenti che sognano di diventare Valentino
ROMA Si chiama Civ, ovvero campionato italiano velocità. È la fabbrica dei campioni di domani, quel percorso dove ogni ragazzino coltiva i propri sogni di gloria. Un...

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ROMA Si chiama Civ, ovvero campionato italiano velocità. È la fabbrica dei campioni di domani, quel percorso dove ogni ragazzino coltiva i propri sogni di gloria. Un piccolo circo itinerante tra Imola, Misano, Vallelunga e Mugello, quel tempio della velocità che poche settimane fa aveva ospitato Valentino Rossi, Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci. Ora in quel paddock, tra motorhome e hospitality, ci sono le emozioni senza filtri di chi vorrebbe emularne le gesta: ragazzini che, una volta dismessi tuta e casco, gironzolano in quell'enorme spiazzale costellato da camper, tende, qualche bilico degno della MotoGp e furgoni carichi di casse e ricambi. Niente fidanzate: qui a seguirli ci sono i genitori, pronti a qualsiasi sacrificio nella speranza che i propri ragazzi possano diventare i nuovi Bulega, Migno, Fenati, Di Giannantonio o perfino quel Franco Morbidelli, dominatore del Mondiale Moto2. Il loro mondo viene suddiviso in PreMoto3, Moto3 e Supersport 300 mentre nelle classi più grandi come la Superbike o la Supersport, c'è gente che ha corso o corre il mondiale come Michele Pirro o Lorenzo Zanetti.

LA GENETICA NON BASTA
«Molta gente pensa che sia sufficiente il talento per diventare dei piloti da mondiale, ma quello da solo non basta» ci racconta Simone Folgori, coordinatore del comitato velocità per la Federazione motociclistica italiana. Sul monitor in sala stampa scorrono le immagini in diretta di una lotta serrata tra Spinelli, Taccini, Zannoni, Sintoni, Groppi e Pizzoli. Tutti giovani talenti in sella a quelle Moto3, pronti a sorpassarsi a ogni staccata tra la Bucine e la Savelli, come piloti da mondiale. «Il nostro compito è quello di farli crescere tecnicamente e professionalmente. E' l'obiettivo del Civ». Tutto ha inizio nel 2009, quando la Federazione prese in mano le redini del campionato nazionale. Nel mondiale 125cc correvano la miseria di tre piloti e il movimento si era evidentemente plafonato, addormentato tra i guanciali delle vittorie di Valentino Rossi, Marco Melandri, ma anche dei tanti piloti che, ognuno per la sua strada, erano divenuti protagonisti del motomondiale.
PERCORSO DI CRESCITA

Un percorso di crescita sviluppato nell'ombra, ma che ha portato oggi ad avere molti più prospetti nel mondiale e che nel Civ ha comportato l'approdo di team come quello di papà Simoncelli, di Gresini, di Genesio Bevilacqua o dello stesso Max Biaggi, ed ex piloti ad offrire il proprio supporto. Così, nei box scruti un Michel Fabrizio in apprensione per Zannoni o in sala stampa vedi gli occhi orgogliosi di un Manuel Poggiali verso il suo Ieraci. Un circolo virtuoso innescato proprio dalla federazione e dai suoi tecnici federali: «Siamo sempre stati vincenti nei motori, ma non avevamo un sistema» spiega sempre Folgori «Per questo abbiamo deciso di prendere ex piloti e piloti e farli diventare istruttori della federazione per far crescere questi ragazzini. Gli vogliamo insegnare un metodo di lavoro per quando saranno professionisti a livello internazionale». Una vera e propria scuola dunque. «Il principio è quello - ci spiega Roberto Sassone, ex pilota, oggi responsabile tecnico del settore giovanile. E' lui uno degli insegnanti di questi giovanissimi - Abbiamo un metodo: il mercoledì e il giovedì li porto in giro per la pista. Gli mostro le traiettorie, i punti di staccata. Durante le prove li osserviamo da bordo pista e la sera si fanno delle riunioni con dei video esemplificativi. Inoltre, abbiamo un ufficio sempre aperto per loro, dove possono venire per avere consigli individuali di qualsiasi natura». Si ferma un secondo Roberto, volge lo sguardo verso il monitor: c'è la volata della Supersport 300 con Grassia che batte Ieraci. «Chissà, magari tra qualche anno li vediamo nel mondiale».
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Il Messaggero