Il Tour de France lo ha incoronato, regalandogli una delle vittorie più belle della sua giovane carriera in cima alla Planche des Belles Filles. Al termine di una tappa che...
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A RIGOPIANO
Ha studiato come geometra ed è professionista dal 2016. A 21 anni si è distinto al Gp Costa degli Etruschi, arrivando quinto, e alla Coppi e Bartali, con un sesto posto nella classifica finale, per poi giungere a ridosso dei migliori all’Amstel Gold Race. Il primo successo al Giro d’Italia è arrivato nel 2016, nella decima tappa con arrivo a Sistola. Nel 2017 dopo alcuni problemi fisici, che lo hanno portato a operarsi per ben due volte al cuore, ha pensato di lasciare l’attività, ma poi è tornato in sella più forte di prima. Nel Giro del 2018 è stato scelto dagli organizzatori per onorare, a nome di tutta la carovana, le vittime della tragedia di Rigopiano. Da quest’anno, Ciccone difende i colori della Trek-Segafredo, maglia con la quale ha vinto sul Mont Faron al Giro di Provenza, con l’exploit al Giro d’Italia dove ha conquistato la maglia azzurra in cima al Santuario di San Luca fino all’entusiasmante successo di tappa sul Mortirolo. Dopo il Giro ha vinto anche il Trofeo Bonacossa. E’ un fuoriclasse in salita ed è un corridore sempre all’attacco. Il ct della nazionale Davide Cassani lo ha definito «tra i più forti scalatori del momento». Audace e coraggioso, ma soprattutto con la personalità di chi ha ben chiari obiettivi e capacità personali, Ciccone ieri ha coronato a soli 24 anni il suo sogno da bambino.
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Il Messaggero