La Parigi-Roubaix, la regina delle classiche, con i ciottoli che trasformano la corsa in inferno, tornerà domani con i suoi 29 muri e un totale 257 chilometri...
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La Deceunick Quick Step non sarà più la squadra favorita, e domenica scorsa al Fiandre ha dimostrato che può essere sconfitta. Nella formazione belga il capitano sarà Kasper Asgreen, secondo a Oudenaarde alle spalle del nostro Bettiol. Con lui ci saranno anche Stybar e Lampaert, mentre più dubbia è la forma di Gilbert che abbiamo visto sofferente la scorsa settimana. Anche se il nono posto è stato il suo miglior risultato alla Roubaix, Alexander Kristoff dopo le vittorie già ottenute in questa stagione, potrebbe essere uno dei favoriti in casa UAE e avrà nel colombiano Gaviria un valido aiuto. Il Belgio sarà ancora favorito con Wout van Aert, il giovanissimo ed esplosivo corridore della Jumbo Visma, ora pronto per la vittoria di una classica monumento. Più difficile la situazione in casa della EF Educational Firt, che in corsa potrà contare su Vanmarcke e Langeveld, mentre assente sarà Alberto Bettiol. Tra i favoriti anche Nils Politt il tedesco della Katusha Alpecin che dopo il sesto posto alla E3 BinckBank Classic, domenica alla Ronde ha chiuso in quinta posizione e lo scorso anno alla Roubaix ha tagliato il traguardo settimo.
Per quanto riguarda l’Italia, al via non vedremo Alberto Bettiol, il trionfatore del Giro delle Fiandre che tornerà in corsa per la Amstel Gold Race, così tutte le speranze azzurre saranno per Trentin e Moscon.
Entrambi trentini e determinati, ma il ragazzo di Borgo Valsugana che veste i colori della Mitchelton Schott, sembra essere più forte. Trentin infatti ha già diversi piazzamenti importanti, come il decimo alla Sanremo, il settimo alla E3 BinckBank Classic e un altro settimo posto alla Gent-Wevelgem.
Da non dimenticare poi Oliver Naesen della AG2R La Mondiale, Arnaud Demare (Groupama-FDJ), Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) Lars Boom (Roompot-Charles) e Andre Greipel (Arkea-Samsic).
Il percorso
I chilometri da percorrere saranno 257 e solo i più forti riusciranno a concludere la corsa. Il tracciato sarà molto simile a quello dello scorso anno e le uniche modifiche saranno a Troisvilles e Arenberg che sono stati accorciati. Il secondo settore di pavè sarà dedicato a Michael Goolaerts, il giovane corridore morto durante la Roubaix dello scorso anno per un arresto cardiaco. Rimanere davanti sulle strade di questa corsa sarà fondamentale, perché i muri e il pavè faranno una selezione crudelissima. I nomi della Foresta di Arenberg, Mons-en-Pévèle e Carrefour de l’Arbre, sono l’incubo dei corridori e sono i tre settori con il massimo coefficiente di difficoltà.
Il primo muro verrà affrontato dopo 97 chilometri di gara e si proseguirà fino al Briastre, con coefficiente di difficoltà a quattro stelle e 3 chilometri di lunghezza. Il settore 27 non sarà complicato mentre più impegnativo sarà il 26 dopo 116 chilometri. I settori dal 25 al 21 saranno quelli più pedalabili, poi più duro sarà il numero 20 Haveluy – Wallers lungo 2,5 chilometri. A seguire, percorsi 165 di gara arriverà la famosa Foresta di Arenberg, punto chiave della corsa con una lunghezza di 2,3 chilometri. I settori 17 Hornaing – Wandignies e 15 Tilloy – Sars-et-Rosières, metteranno ancora a dura prova il plotone. Con 206 chilometri nelle gambe i corridori dovranno fare i conti prima con il settore 12 Auchy – Bersée e poi con il terribile Mons-en-Pévèle, uno dei più terribili della corsa. Ci sarà un po’ di respiro con settori meno complicati, ma arrivati al chilometro 242 i corridori dovranno affrontare il Carrefour de l’Arbre, che farà l’ultima selezione e potrebbe essere il trampolino per chi vuole vincere la corsa. Prima di arrivare a Roubaix ci saranno ancora due settori, ma arrivati a questo punto i giochi saranno fatti e solo i migliori saranno ancora in sella. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero