Dal Bentegodi arrivano due avvisi alle altre naviganti. Primo: il Chievo è salvo, la classifica è un bel divanetto, morbido e comodo, ma quelli di Rolando Maran non...
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E' la stessa personalità che, per una notte, permette ai veronesi di addormentarsi all’ottavo posto, 44 punti, due gettoni in più di quella Lazio che adesso è chiamata a rispondere a Palermo. E che la Lazio si trovasse a duellare con gli scaligeri per l’ottava piazza, a un certo punto del campionato, difficilmente sarebbe stato pronosticabile. Va così, di fatto: il Chievo è equilibrato, ben tarato su un 4-3-1-2 ch’è valso fin qui 9 gare con la porta inviolata, modulo capace di garantire un gioco collaudato in cui Birsa fa da collante tra mediana e attacco (e in attacco c’è Meggiorini, veronese di Isola della Scala, uno che sta decollando a 30 anni, sempre più spadroneggiante).
È un Chievo che col Carpi, dunque, ha diretto le danze, approfittando del coraggio non sufficiente mostrato dagli emiliani. Più occasioni da gol, più tiri in porta, più possesso palla. I Castori-boys dovevano vincere. Sono incappati, invece, in una partita dove il gioco in mezzo al campo è risultato poco produttivo, Mbakogu si è ritrovato solo soletto e a nulla è servito il fattore Lasagna dalla panchina. Chi deve salvarsi e incapperà nel Chievo, tirando le somme, avrà vita dura. Il Carpi avrà vita dura comunque, e fino alla fine della sua rincorsa salvezza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero