Chelsea, il futuro di Conte si scrive in 22 giorni

Chelsea, il futuro di Conte si scrive in 22 giorni
È poi, in fondo, solo un sussurro della stampa inglese. Ma è logico che un coriandolo di verità non potrà non esistere. Raccontano, d'altronde, gli...

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È poi, in fondo, solo un sussurro della stampa inglese. Ma è logico che un coriandolo di verità non potrà non esistere. Raccontano, d'altronde, gli ottimi cronisti britannici che negli uffici di Stamford Bridge, a Fulham Road, sulla scrivania di Marina Granovskaia, l'ombra di Roman Abramovich, galleggi da qualche giorno un piccolo foglio; di quelli in formato A5. È un appunto, tutto qua. Vi è stampata una fetta del calendario, una sequenza di partite: quattro per l'esattezza; e disegnato un unico cerchio rosso. È evidente che la donna più potente del pallone mondiale attenzione, un dirigente davvero decidente, mica istituzionale o, peggio, di incarico puramente estetico abbia già decretato che il futuro di Antonio Conte si deciderà nello srotolarsi delle prossime quattro sfide.

 
Per chiarirsi, quel che accadrà dopo non conterà più nulla. Nemmeno un cataclisma potrà spostare di un solo millimetro i convincimenti di Marina. Nulla. E chiunque tentasse, di certo verrebbe ridotto al silenzio e invitato alla fuga solo da un'occhiata.

IL CALENDARIO

Insomma è chiaro che a Conte non saranno concesse altre possibilità. La serie comincerà domani sera e si chiuderà dopo 22 giorni: il 14 marzo. Nell'andare del calendario il Chelsea di Antonio si misurerà con il Barcellona domani in coppa, con il Manchester Utd domenica in Premier League, con il City la domenica successiva ancora in campionato e di nuovo con il Barça, il 14, come detto, nella sfida di ritorno degli ottavi di finale della Champions. Va anche annotato, per essere precisi, che sabato 10 i Blues riceveranno il Crystal Palace sempre in Premier, però sarà un impegno più interlocutorio o, meglio, un contrattempo che annoierà il cammino della squadra verso i traguardi stagionali. Due sfide con il Barça a eliminazione diretta e le trasferte di Manchester contro lo United di Mourinho, secondo, e contro il City di Guardiola, capolista. Probabilmente di peggio Conte non avrebbe potuto ricevere in dono dalla sorte, nonostante sabato abbia conquistato la seconda vittoria di fila dopo aver perso altrettante sfide in serie. Così si troverà nella seccante situazione di doversi giocare il destino in tre settimane, l'ex ct della nostra Nazionale. A tutto il gran frullare dello scenario, tra l'altro, non è estraneo il discorso intrecciato al rinnovo del contratto. Ricorderete che alla fine di luglio il Chelsea ha adeguato ma non allungato l'accordo con il tecnico: innalzandolo fino al limite dei 9 milioni di sterline, quasi 11 milioni di euro, però congelandolo fino al 2019. Un segnale evidente, specie in un mondo in cui è dato l'esprimersi per messaggi cifrati, tramite le interviste e le dichiarazioni pubbliche e soprattutto attraverso il grande linguaggio dei gesti e degli esempi. E, secondo quel vocabolario e quel particolare lessico, ritoccare un ingaggio senza prolungare un contratto significa sì riconoscere il merito per il lavoro compiuto, però anche negare al futuro una profondità, e uno sviluppo, e una strada da percorrere. Per il momento i dirigenti del Chelsea, e la Granovskaia per tutti, non hanno alcuna intenzione di piantare i semi di un rinnovo del contratto di Conte. E, forse, deve sembrare pure a Conte un sentiero troppo ripido da risalire, l'estendere il contratto. L'Italia, in fondo, rimane un pensiero senza fine: e per lui un affetto mai tramontato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero