Il Torino giocherà la partita di Coppa Italia di questa sera contro il Pisa col lutto al braccio per la sciagura aerea in cui sono morte 75 persone in Colombia, tra cui i...
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È unanime il cordoglio del mondo del calcio per il disastro aereo che ha coinvolto la squadra brasiliana del Chapecoense. La notizia dell'incidente avvenuto in Colombia, il bilancio al momento è di 76 vittime e 6 superstiti, ha colpito l'intero mondo del pallone. Tra le prime società a commentare la tragedia è stato l'Atletico Nacional, la formazione colombiana contro cui il Chapecoense avrebbe dovuto giocare domani notte la gara di andata della finale di Coppa Sudamericana a Medellin: «È con profondo dolore che esprimiamo la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime». Da parte sua il presidente del club colombiano, Juan Carlos de la Cuesta, ha espresso la sua «solidarietà nei confronti del Chapecoense». «È con profondo dolore che apprendiamo la notizia», ha sottolineato la Confederazione di calcio sudamericana, Conmebol, annunciando per bocca del presidente, Alejandro Dominguez, l'annullamento di tutte le gare e tutte le iniziative in programma.
Anche la Federcalcio brasiliana, Cbf, ha immediatamente annunciato l'annullamento della la finale di Coppa brasiliana tra Gremio e Atletico Mineiro in programma domani, esprimendo «solidarietà» e «rivolgendo le proprie preghiere ai passeggeri del volo e all'equipaggio». Anche la Fifa, l'organo di autogoverno del calcio mondiale, ha voluto testimoniare la sua vicinanza alle vittime in questo «tragico giorno». Oltreoceano è unanime il cordoglio dei club del Vecchio Continente alle notizie che arrivano dalla Colombia, a partire da Torino e Manchester United, le due società che hanno vissuto nella loro storia una tragedia analoga. «È un destino che ci lega indissolubilmente, forza Chapecoense, vi siamo fraternamente vicini», è il pensiero del Torino ricordando quanto avvenne il 4 maggio 1949 a Superga quando morirono 31 persone. Sorte analoga toccò a 8 giocatori del Manchester in un incidente aereo avvenuto a Monaco di Baviera nel 1958. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero