Lazio, Lotito annuncia Inzaghi e va a caccia della Champions

foto Rosi
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 Fatta la Lazio ora bisogna fare i laziali. Nel senso dei giocatori. Quella biancoceleste è una famiglia che Lotito per sua stessa ammissione cerca di «governare con il buon senso di un padre». Ecco perché i problemi con Inzaghi alla fine si sono risolti. Tra presidente e tecnico «è prevalso lo spirito di appartenenza comune». Insomma quelle divergenze «mai esistite», come ha sottolineato Lotito in una intervista a Radio Rai, si sono appianate con le parole e soprattutto le promesse. O meglio si è ricreata «l’armonia e sono state poste le basi per una nuova organizzazione volta al miglioramento della squadra». Tradotto: Lotito e Inzaghi si sono stretti la mano con l’obiettivo Champions da raggiungere. Quel quarto posto «che ahimè negli ultimi tre anni avevamo alla portata e invece non siamo riusciti a raggiungere» commenta amaro il patron biancoceleste per il quale però la squadra «ha lottato senza arrivarci, ma non si può dire che non abbia lottato oppure che sia stata inferiore alle altre squadre. L’obiettivo non è stato raggiunto non perché la Lazio non fosse in grado, ma perché le situazioni hanno portato a questo». Ecco perché, rimarca «stiamo parlando di come affrontare la prossima stagione». Lotito e Inzaghi si sono confrontati nel corso di questa lunga attesa. È lo stesso numero uno a ribadirlo: «La dialettica e il confronto ci devono essere, come in ogni famiglia, ci siamo chiariti ed abbiamo ricreato una carica psicologica giusta». 

PATTO PER IL FUTURO
Della serie anno nuovo, vita nuova. Il tecnico dovrà evitare gli errori fatti in passato, soprattutto a livello di stimoli trasmessi mentre Lotito si è impegnato ad investire «su quello che serve che ci sia, non sulla base dei nomi ma delle necessità tecniche per attuare il programma prefissato». Ieri a Formello è andato in scena un lungo incontro tra il tecnico biancoceleste e Tare. Il ds è stato un elemento fondamentale per la firma di Simone sul biennale da 2 milioni a stagione più bonus. Il nero su bianco e il mercato. Prima della sua partenza, oggi, per gli Stati Uniti, Inzaghi ha voluto fare il punto su acquisti e cessioni. Priorità in difesa, un reparto da ricostruite. Wallace è sulla lista dei partenti, Bastos potrebbe essere una buona plusvalenza, Radu ha bisogno di un ricambio, così come Acerbi che quest’anno ha giocato 50 partite su 51. Il tecnico ha indicato profili come il suo per centrare l’obiettivo Champions. Durmisi, Lukaku e Basta (già fuori rosa) non saranno riconfermati. Punto interrogativo su Patric. Luiz Felipe è nella casella delle certezze. Il reparto arretrato necessita di un restyling: almeno 3 acquisti. Tra questi in pole ci sono Izzo e Ansaldi del Torino. Ma attenzione perché in corso di stagione è possibile anche un cambio di modulo con il passaggio alla difesa a quattro e un ritorno al 4-3-3. Dal ritiro di Auronzo di Cadore (12-27 luglio) cominceranno le prove tattiche. 
IL SERGENTE E IL MAGO

Non solo entrate perché a tenere banco sono soprattutto le uscite. Immobile per bocca del presidente non si muoverà: «Non è stato mai messo in discussione». Qualche ragionamento in più si sta facendo su Milinkovic nel mirino di Juve, Inter e Milan. Lotito al riguardo non fa mistero: «Lo scorso anno abbiamo declinato delle offerte, quest’anno faremo quello che sarà necessario affinché i giocatori abbiamo gli stimoli giusti per stare qui». Detto che Sergej è l’indiziato numero uno a partire, Inzaghi vorrebbe almeno la conferma di Luis Alberto. Anche per lui però vale lo stesso discorso: ha gli stimoli giusti? Per ora è a Siviglia, quella che considera la sua unica casa.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero