Europa pazza di Haaland la Bestia, il baby bomber che sembra Bolt

Erling Haaland
«A beast». Una bestia. Lo dipingevano così già al Molde, cantera norvegese, dove un giorno dell’inverno 2017 ebbe il coraggio di lamentarsi:...

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«A beast». Una bestia. Lo dipingevano così già al Molde, cantera norvegese, dove un giorno dell’inverno 2017 ebbe il coraggio di lamentarsi: «Sono cresciuto di appena 5 cm». «Appena?». «L’anno scorso ne avevo presi 12…». Quando sai cosa vuoi (il cognome da Håland ad Haaland per suonare più «internazionale») ti aspetti che tutti, corpo compreso, rispettino il piano. Ecco: fin dove può spingersi Erling Haaland detto la Bestia, il centravanti che ogni diciannovenne vorrebbe essere, il più feroce debuttante di Champions (con la doppia al Psg fanno 10 graffi in 7 presenze), il figlio d’arte da 39 gol in 29 match stagionali fra Salisburgo e Borussia Dortmund, quello che la Juventus no perché alla borsa del domani vale più una vetrina sicura nella Bundesliga di oggi?

LA SCUOLA-BRYNE 
«Non credevo bruciasse così le tappe…». Dopo il padre Alf Inge, ex mediano in Premier (tra ’94 e 2003 quasi 200 presenze, legnate con Roy Keane e una leggenda: Erling concepito nello spogliatoio Leeds in un momento di tenerezza con la moglie), il secondo maestro di Haaland è Alf Ingve Berntsen. Erano i tempi del Bryne, un praticantato definito «fondamentale». Regole uguali per tutti, volare bassi e provare ogni ruolo, da cui certe confidenze con la biglia nonostante i 194 cm x 87 kg. «Haaland era mingherlino, giocava coi più grandi, sviluppò così velocità di giocata e lettura», ricorda Berntsen. Iniziate a vederci qualcosa del predatore che di fronte a un certo Thiago Silva ha saputo aspettare e cogliere l’attimo? 
UN LAMPO 
Il web rimbalza ancora il video dei 60 m corsi due sere fa da Haaland in 6’’64 stimati, contro il Psg, in contropiede. «Gambe rubate all’atletica», secondo Salvino Tortu, papà e tecnico di Filippo, lui che a quella stima di un nulla sotto il record mondiale (Coleman, 6’’34) ci crede poco: «Sui 100 m Haaland avrebbe spiccato ma forse ha scelto la strada più remunerativa, il calcio. Da qui a parlare di 6’’64 però si va oltre i limiti umani. Filippo ha un personale di 6’’58: sarebbero arrivati al fotofinish… impossibile». Certo, il dna di casa Haaland autorizza la fantasia. Come? Mamma nell’atletica leggera. Cioè la disciplina testata da Erling stesso prima del pallone, vedi quella storia del primato mondiale di salto in lungo a 16 anni («Saltai 163 cm», parola d’intervistato). 
IL «PIANO» 

Teleguidato da papà e Mino Raiola (in due, 25 milioni dal Borussia…), il percorso di Haaland abbonda di logica. Dai marines del Bryne al Molde di Solskjaer (che l’avrebbe voluto al Man Utd). Quindi dal Molde, gennaio 2019, per 5 milioni, al Salisburgo RB, dove i talenti (Mané, Keita) li sanno trovare e lanciare. Infine, a inizio anno, per 20 milioni al netto di Alf Inge e agente, ecco il Borussia, che cercava un volto pronto e può promettere parabole alla Lewandowski (paragone già sfoderato da capitan Reus). Nel piano di Haaland, Dortmund è un passaggio, non un approdo. Chi sceglierà allora un domani, la Bestia, per vincere? Tra domanda e risposta, quella clausola rescissoria da 75 milioni valida dal via della prossima stagione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero