Champions ed Europa League, le italiane danno l'assalto all'Europa

Champions ed Europa League, le italiane danno l'assalto all'Europa
 No, non è l‘International Champions Cup, non siamo in vacanza, anche se il periodo è quello, con il caldo annesso e l’umidità pure. Non si...

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 No, non è l‘International Champions Cup, non siamo in vacanza, anche se il periodo è quello, con il caldo annesso e l’umidità pure. Non si gioca negli States e non sono tutte grandissime squadre, quindi possibilità di andare avanti c’è. Si può, alcune, addirittura, devono. Il Covid, come noto, ci ha regalato questo scorcio di Champions e di Europa League, nel pieno dell’estate, oltre che campionati tristemente conclusi con verdetti più o meno prevedibili. Le coppe, ripristinate con partite secche in Portogallo (la Champions) in Germania (l’Europa League), lasciano spazio a sogni di piena estate. Si comincia mercoledì con gli ottavi di Europa League con le prime quattro gare degli ottavi di finale e si finisce il 23 con l’ultimo atto della Champions all’Estádio do Sport Lisboa. Juve, Napoli e Atalanta saranno protagoniste nella massima competizione d’Europa, Roma e Inter in Europa League, la coppa minore. 

BORSINO
Ognuna in campo con addosso un peso e una condizione fisica e psicologica diversa. Sarri si gioca un bel pezzo della sua stagione, perché a Torino conta la Champions, che da un po’ è l’ossessione dichiarata, il nono scudetto di fila è stata acqua fresca, come prevedibile. Diverso il discorso per il Napoli (che deve giocare il ritorno degli ottavi a Barcellona dopo l’1-1 del San Paolo, prima dell’avventura di Lisbona, le final eight) e per l’Atalanta, che vivono la Champions come una meravigliosa avventura, dalla quale c’è solo da guadagnare. Ma sarà vero? No, almeno per la squadra di Gasperini che, dopo le gesta pre lockdown (a Valencia), ora ci crede, anche se davanti avrà nei quarti un colosso come il Psg, che forse recupera pure Mbappé e che ha ripreso a giocare da poco. Bergamaschi un po’ stanchi e senza Ilicic, parigini arrugginiti, per il campionato fermo da marzo ma tornati a vincere Coppa di Francia (1-0 al Saint Etienne) e Coppa di Lega (6-5 ai rigori con il Lione di Garcia). Certo, l’Atalanta vista ad inizio ripresa post lockdown era apparsa più brillante rispetto a quella che ha salutato il campionato con la sconfitta contro l’Inter. Ma l’entusiasmo è alto, la voglia di Champions, nei giocatori e nella gente. Le coppe portano soldi, prestigio e, anche se a porte chiuse, hanno maggiore appeal televisivo rispetto alla recenti gare di serie A, così ravvicinate e tante, e così noiose. Ma non c’è solo spettacolo in queste prossime sfide europee. 
PIOGGIA DI SOLDI
Se all’Atalanta e al Napoli non vengono chiesti miracoli, la Juve non può scherzare e, visto come ha lasciato il campionato: otto punti nelle ultime otto partite (quasi un trend da retrocessione), non può certo dare per scontata la vittoria con il Lione di Garcia, che ha ripreso a giocare in coppa qualche giorno fa. La Juve deve ribaltare l’1-0 dell’andata. Possibile, ma comunque una partita a rischio. La final eight è un obbligo per un club come quello bianconero. La Coppa Italia e la Supercoppa perse, uno scudetto dato per scontato, a Torino non c’è spazio per un’altra delusione. 
L’ALTRA FACCIA

Le squadre più in condizioni sono quelle che dovranno giocare l’Europa League, la Roma (con il Siviglia a Duisburg) e l’Inter (con il Getafe a Gelsenkirchen). Gare secche, come finali. L’Italia dunque si confronta con il calcio internazionale nell’anno più anomalo di sempre, nel quale non è il caso di dare per scontato nulla. Nemmeno il Barcellona di Messi può spaventare il Napoli di Gattuso, così come il Lione può scherzare con la Juve e figuriamoci se la stessa Atalanta non possa dominare i cugini ricchi del Psg. Tutto è possibile in questo strano calcio, che non sembra nemmeno calcio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero