Euro 2020, Ceferin vuole gli stadi aperti, Roma a rischio. Gravina: «Olimpico pronto»

Euro 2020, Ceferin vuole gli stadi aperti, Roma a rischio. Gravina: «Olimpico pronto»
La spara grossa, ma fino a un certo punto. In sintesi: Aleksander Ceferin, numero uno dell’Uefa, dà la sveglia a mezza Europa, o almeno alle 12 città...

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La spara grossa, ma fino a un certo punto. In sintesi: Aleksander Ceferin, numero uno dell’Uefa, dà la sveglia a mezza Europa, o almeno alle 12 città (Amsterdam, Baku, Bilbao, Bucarest, Budapest, Copenaghen, Dublino, Glasgow, Londra, Monaco di Baviera, Roma e San Pietroburgo) con le loro rispettive federazioni che dovranno ospitare Euro 2020. Ceferin sa perfettamente che a giugno non si potrà giocare senza pubblico, sarebbe un danno economico (la Uefa vorrebbe evitare di rimborsare la totalità dei ticket venduti) oltreché svilente come immagine. Ragionamento legittimo, anche perché alcuni paesi, tra cui l’Inghilterra, sono avanti con la campagna vaccinale anti-Covid. Proprio le parole del primo ministro inglese, Boris Johnson («giochiamo l’Europeo in Inghilterra»), hanno dato l’assist a Ceferin per dare una sorta di ultimatum alle altre Nazioni. C’è possibilità, oggi, di creare uno spettacolo calcistico in sicurezza e con un po’ di colori in più. La direzione è quella. Così come il voler mantener il format originario. «Stiamo lavorando a diversi scenari, ma l’opzione di giocare in stadi vuoti è fuori discussione. Ogni città dovrà garantire la presenza del pubblico». Chiaro, definitivo. Senza pubblico «non è un opzione». Stando alle parole di Ceferin, rilasciate alla tv inglese Sky Sports, sono diversi i paesi a rischio. Dublino e Glasgow sono in cima alla lista delle città sostituibili. L’Inghilterra che ospiterà già semifinali e finali a Londra (prima volta nella storia nella stessa sede) è pronta a fare incetta. D’altronde di stadi attrezzati ce ne sono tantissimi. Manchester e Liverpool sono tra le altre città “candidabili” in caso di defezioni. Fa passi avanti anche l’Olanda dove le autorità locali hanno autorizzato fino a 5 mila persone a partecipare alla gara di qualificazione alla Coppa del Mondo degli Oranje contro la Lettonia il 27 marzo ad Amsterdam. Stesso discorso per la Russia e l’Ungheria dove i tifosi possono già entrare. 


QUESTIONE ITALIANA
L’Italia (all’Olimpico tre gare della fase a gironi, tra cui la partita inaugurale, e un quarto di finale), è inevitabilmente a rischio. Roma deve darsi da fare per non “perdere” l’ennesima occasione (dopo le Olimpiadi) per rilanciarsi. In ballo il lavoro diplomatico di Figc, Governo e Cts per rilanciare l’Olimpico come stadio Europeo. Sì ok, ma da qui a giugno come si fa a prevedere se nell’impianto potranno essere ospitati i tifosi? L’Italia si sta attrezzando. Il presidente Gravina resta convinto che Roma non mollerà. «Stiamo facendo un lavoro con Governo e Cts per ospitare le partite dell’Europeo con una capienza dell’Olimpico al trenta per cento», le parole del presidente Figc. Parliamo di ventimila spettatori circa, che starebbero in sicurezza. In più c’è l’opzione vaccino, che va modulato nei prossimi mesi. Opzione in più. Se la Uefa dirà sì alla finale di Coppa Italia il 19 maggio a Roma (l’alternativa è San Siro), l’Olimpico potrebbe essere usato come test per il pubblico. Sempre quel 30 per cento che servono per l’Europeo. Un primo passo verso la resurrezione.
DEADLINE

La Uefa ha dato due date per arrivare a una decisione definitiva: il 7 aprile e il 20. La prima servirà a capire se e quanti tifosi potranno entrare. La seconda (giorno del comitato esecutivo e ultima possibile) verrà formulato il calendario definitivo, con le città abili o Covid (quasi) free. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero