ROMA Il Cassano sprecato potrebbe essere il titolo della sua biografia. Sottotitolo: Come iniziare una carriera da speranza e chiuderla da rimpianto, avendo avuto a disposizione...
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Varie cassanate (le corna all'arbitro Rosetti; l'imitazione di Capello, che non brilla per umorismo; le liti con Del Neri e con il presidente Garrone; la maglietta in faccia all'arbitro Pierpaoli) gli sono costate nel corso degli anni definizioni brucianti: infantile, irrequieto, indifendibile, irritante, insolente.
Fuori dal campo, il talento nato a Bari (con la monotona precisazione Bari-vecchia, mi raccomando, come se fosse un'altra città o peggio una tara d'origine), Antonio Cassano è riuscito a dare il peggio di se, a caccia di una malintesa rivincita sociale. Quando agli Europei 2004 segnò un gol purtroppo inutile contro la Bulgaria e l'Italia andò a casa, fu premiato come stella del torneo. Tra le lacrime di rabbia, nel tunnel dello stadio, si sfilò la maglietta con il numero 18 e me la regalò. E' il Cassano da ricordare.
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Il Messaggero